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THE DEVIL'S CANDY regia di Sean Byrne

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Spotify     5½ / 10  08/01/2019 05:09:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Niente di che questo "The Devil's Candy", un thriller a sfondo horror condito anche dall'heavy metal. E' proprio quest'ultimo punto che mi aveva attirato a visionare questo film. Infatti, da buon metallaro quale sono, non volevo perdermi una pellicola che avesse come tema centrale la mia musica preferita a fare da contorno ad una trama che all'inizio può sembrare anche interessante.
Una famiglia composta da papà e figlia entrambi metallari e da una mamma che, pur non apprezzando questo stile di musica, lo accetta, si trasferisce in una casa situata in mezzo alle campagne. Il capofamiglia, Jesse, è un pittore di scarso successo ed è a lavoro su un nuovo dipinto.
Una sera, viene a bussare alla porta Ray, un omone con disturbi mentali e l'aria smarrita. Dopo una breve conversazione con Zooey, la figlia, Ray viene cacciato. Tuttavia, nella casa sembra aleggiare qualcosa di sinistro. Jesse in particolare se ne accorge quando scopre di aver dipinto non ciò che gli era stato richiesto ma bensì delle immagini terrificanti. In tutto ciò, Ray torna alla carica e comincerà a perseguitare la famiglia.
Dunque, la prima domanda che lo spettatore si pone a visione terminata è, quali fossero le intenzioni del regista. Perché non si capisce dove vuole andare a parare. Il film si mantiene sempre in bilico tra thriller e horror, senza che nessuno dei due generi prevalga sull'altro. Non si capisce se l'obiettivo fosse girare su di un'abitazione infestata o su un tizio che perseguita una famiglia. La musica metal è un elemento secondario, non cambia e non aggiunge nulla alla pellicola.
Insomma, le idee del director Sean Byrne appaiono confuse.
Alla fine quello che ne esce fuori è un film da intrattenimento, senza pretese.
La cosa che più di tutte stona, è la sceneggiatura. E' molto vaga, approssimativa, non spiega le cose approfonditamente. Ad esempio, è estremamente superficiale la connessione tra Jesse e le presenze che aleggiano nella casa, le quali, spingono Jesse a dipingere macabri dipinti.
L'impianto narrativo presenta ripetizioni. Ed è meglio non parlare di quante trovate siano scontate e banali. Il movente di Ray è davvero misero, non soddisfa per niente la curiosità dello spettatore.
I dialoghi forse non sono malaccio, ma non salvano lo sciagurato screenplay.
Altra cosa penalizzante è il finale. E' girato male con brutti effetti speciali e si sviluppa anche in maniera piuttosto inverosimile.
Per il resto, la pellicola non è malaccio. C'è una discreta caratterizzazione dei personaggi. Nulla di troppo elaborato ma i protagonisti intrigano quanto basta, soprattutto Ray, che ha un aspetto che incute quasi tenerezza, ma allo stesso tempo è inquietante.
Il ritmo è scorrevole, anche perché il film è davvero corto, 75 minuti risicati. Tuttavia, non è che per gran parte della visione ci siano sussulti particolari.
Qualche buona scena di suspense c'è e sono buone anche le sequenze dove si vede il sangue. Questo, è realizzato bene.
La fotografia non dispiace, ha tinte cupe, le quali donano alla pellicola un po' di atmosfera lugubre.
La location è affascinante, isolata, però poteva venir valorizzata meglio dal director.
Il cast fa il suo: Ethan Embry è autore di un'onesta recitazione. Si cala bene nella parte del papà metallaro.
Pruitt Taylor Vince è assolutamente convincente. A prima vista sembra un bamboccione, ma sa essere un mostro vero e proprio. L'attore riesce ad essere versatile ed anche imprevedibile. Riuscite le espressioni.


Conclusione: filmetto che non lascia quasi nulla. Alla fine lo si può anche guardare, non è terribile, però risulta essere troppo insipido. Peccato, ne poteva uscire fuori un prodotto di ben altra fattura.