Manticora 8 / 10 01/04/2017 16:09:27 » Rispondi Verhoven gira l'ennesimo film perfetto nella sua interazione con i personaggi. Isabelle Huppert riesce come Michelle ad essere protagonista e antagonista in maniera credibile. Il suo passato che riemerge quando una donna gli rovescia addosso il pranzo, una storia spietata che coinvolge il padre
temibile serial killer che 30 anni prima aveva massacrato i vicini della via dove abitava, tra cui anche dei bambini, bruciando poi gli oggetti di casa
Nell'immagine della bambina di cenere, dagli occhi grigio acciaio che fissava l'obbiettivo Verhoven centra l'obbiettivo, senza strafare. Il regista olandese non risparmia la consueta violenza, ma il tutto senza enfasi, Michelle non è una vittima, e nonostante
civetti con il suo stupratore, sà a che gioco sta giocando, un gioco morboso e perverso
I personaggi sono molto sfaccettati, Christian Berkel, volto noto del cinema tedesco riesce ad essere un credibile amante. Laurent Lafitte è però la rivelazione, attore francese poco noto, il suo volto rassicurante
con il gatto martin che cerca di divorarlo, una metafora che Verhoven usa spesso
Il finale non è scontato, anche se qualcuno storcerà il naso, il distacco di Michelle si mostra in tutta la sua forza, e questo c'è la fare amare ancora, perchè c'è sempre la vita da vivere.