caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

SWISS ARMY MAN regia di Dan Kwan, Daniel Scheinert

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  20/12/2016 10:32:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Completamente sovversiva e libera da schema alcuno la pellicola dei Daniels (al secolo Daniel Kwan e Daniel Scheinert) si fa notare e soprattutto apprezzare per il rischioso utilizzo di mezzi disgustosi e nauseabondi per affrontare temi rilevanti. Le insistite flatulenze o il pene a fungere da bussola potrebbero far pensare ad una commediaccia dai toni triviali, e invece nulla di tutto questo, perchè i due registi, in temerario bilico sul sottile filo del trash, architettano una riflessione pazzoide ed anarchica sul valore dell'amicizia, sulla mestizia della solitudine e sull'emarginazione. Se vogliamo è anche un inno all'abbattimento delle barriere costruite dall'uomo moderno, dove la natura scatologica di alcune situazioni è metafora derisoria e per nulla pedante dell' istituzione ipocrita.
La storia è quella di un naufrago con aspirazioni suicide e quella di un cadavere dai poteri, supper ributtanti, simili a quelli di un supereroe.
Confinati prima in un'isola deserta, poi in un' intricata foresta, saranno protagonisti di un'epopea molto sui generis tra moto d'acqua umane, orsi famelici e rifiuti divenuti parte imprescindibile di set cinematografici improvvisati.
I Daniels lavorano sul contrasto tra chi non apprezza più la vita e tra chi, avendola perduta, vorrebbe poterla riavere indietro. Si forma così un mutuo soccorso di coppia, in cui i due strambi amici troveranno risposte ai loro timori, attraverso il loro sapere e le loro esperienze, trascinanti dalla forza dell'amore impossibile, talmente potente da diventare la molla verso il riscatto.
Originale fin dalla colonna sonora il film si fregia delle interpretazioni maiuscole di Dano e Radcliffe, mentre le invenzioni visive mescolano tocchi agrodolci andando a tracciare una parabola grottesca, profonda e addirittura toccante, sulla vita e sulle contraddizioni in essa contenute.
John Carpenter  20/12/2016 14:16:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
" Se vogliamo è anche un inno all'abbattimento delle barriere costruite dall'uomo moderno, dove la natura scatologica di alcune situazioni è metafora derisoria e per nulla pedante dell' istituzione ipocrita. "

dai, sei serio? ;-)
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  21/12/2016 11:07:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dai, ti devo rispondere?

Anche no, visto il tuo voto sarebbe perder tempo. Stammi bene.