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LA RAGAZZA DEL TRENO regia di Tate Taylor

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Spotify     7 / 10  27/11/2016 01:03:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Interessante pellicola tratta da un best steller. Avevo grandi aspettative per questo film e devo dire che sinceramente mi aspettavo qualcosina in più. Non che l'opera sia brutta, intendiamoci, però c'è qualcosa che non mi ha convinto del tutto. La storia è quasi interamente al femminile e vede protagoniste tre donne, Rachel, Anna e Megan. Al fianco delle tre figure femminili c'è Tom, il marito di Anna. La vicenda vede Rachel, una donna alcolizzata, prendere il treno ogni mattina per andare a lavoro e ogni volta, passa davanti ad una casa dove, dal finestrino, la donna scorge una coppia di innamorati sul balcone che si baciano e abbracciano. La ragazza è colpita da tutto ciò perchè vede in quella giovane coppia, il volto dell'amore più sincero e vero. Un giorno però, Rachel, sul balcone, vede la ragazza abbracciarsi con qualcuno che non è il compagno, quindi di conseguenza va nello sconforto, perchè assistendo a quel tradimento, le ritorna in mente la fine del suo matrimonio con Tom (motivo dell'alcolismo di Rachel), il quale ora, appunto, è sposato con Anna. Un giorno la ragazza del balcone, che poi si scopre essere Megan, scompare e la cosa colpisce in prima persona Rachel, la quale decide di cimentarsi in un'indagine che farà venire alla luce delle squallide verità.
Non essendo un lettore, non posso fare paragoni con il libro o ricercare analogie, similitudini, differenze e quant'altro con esso, dunque mi baso esclusivamente sul lavoro svolto da Tate Taylor. Il regista fa un lavoro abbastanza accurato, preoccupandosi di girare in maniera molto minuziosa, stando attento ai dettagli e dando moltissima importanza ad ogni singolo movimento e sguardo degli attori.
Diciamo che la prima parte non è proprio eccezionale, si procede a rilento e non c'è mai un momento significativo. In realtà però, ben che ad una prima visione, questi 40 minuti iniziali potrebbero far storcere il naso, bisogna oggettivamente rendersi conto che il director sta ancora ponendo le fondamenta della sua opera e quindi ci preserva i "fuochi d'artificio" per dopo. L'unica cosa che Taylor fa davvero in questo frangente di pellicola, è la presentazione delle tre donne. Una presentazione abbastanza rapida ma efficiente al punto giusto per farci comprendere che tipe sono, come conducono la loro vita e cosa vogliono ancora da essa. Le tre ragazze (perchè in fin dei conti di ragazze si tratta) presentano tre caratteri molto diversi, i quali vengono amalgamati efficacemente dal regista: Rachel è diventata l'ennesima vittima dell'alcool, depressa e conducente un'esistenza grigia e triste. Si è ridotta in questo stato a causa della fine del suo matrimonio con Tom, in seguito risposatosi con Anna. Una cosa però che Rachel ha ancora, è la sua forza di volontà, la quale sarà determinante soprattutto nel scoprire la verità sulla scomparsa di Megan. Parlando invece di Anna, si tratta di una donna rappresentante il classico stereotipo della giovane mamma americana, cioè sicura di se, premurosa con marito e figlio e che diffida totalmente dell'ex del marito. Infine abbiamo Megan, ragazza giovanissima, maliziosa e avente torbide relazioni con più uomini. Una figura psicologicamente difficile da capire, è introversa, introspettiva e ingannevole. Quando la conosciamo all'inizio, sembra che non ci possa essere alcun collegamento tra lei e le altre due donne, ma Megan sarà di importanza vitale per i destini incrociati di Rachel e Anna. Dunque, bisogna riconoscere che Taylor fa un lavoro notevole con la direzione delle attrici e la rispettiva caratterizzazione dei personaggi che esse interpretano, un compito risultante parecchio articolato e avente tante sfaccettature. Sembra quasi che il regista abbia voluto fondere i tre caratteri delle ragazze allo scopo di farne uno solo, quasi come se fossero complementari tra di loro. Poi, a dirla tutta, le presentazioni delle protagoniste hanno una struttura progressiva, in quanto continuano anche a pellicola inoltrata, difatti scopriamo costantemente cose nuove sul conto di Rachel, Anna e Megan.
Il ritmo, è, come ho scritto prima, piuttosto macchinoso nella prima parte, però nella seconda, si ha una sterzata che arriva nel momento giusto. In questo modo la pellicola decolla, e Taylor si dimostra abilissimo nella narrazione, la quale è complessa ma non contorta, congegnata con classe e molto attenta alle più svariate situazioni che si vengono a creare. Inoltre, una volta che la storia "prende quota", il director riesce sempre tenerla viva e interessante, pur trattandosi di una vicenda abbastanza intricata.
Altra cosa che giova parecchio, è l'atmosfera che il regista crea, un'aura fredda, ghiacciata, la quale ricorda molto i climi delle pellicole scandinave. Attraverso quest'aria invernale e distaccata, Taylor vuole sottolineare il lato triste e drammatico della vicenda, che non vede mai gente allegra o sorridente, ma tutti individui che conducono un'esistenza plumbea o solo all'apparenza felice. Il finale è sviluppato bene, forse si dilunga un po' troppo, tuttavia presenta una struttura esemplare e conclude il film nel migliore dei modi. Da notare come in quest'epilogo, la violenza prenda il sopravvento.
Il cast è da applausi: grandissima Emily Blunt, un'interpretazione quadrata, intensa e grintosa. Con la sua bellezza poi da ancora più fascino ad un personaggio già di per se intrigante come Rachel. L'attrice londinese si cala perfettamente nei panni della donna alcolizzata e riesce a far trasparire tutto il grigiore della sua vita. Espressioni impeccabili e ottima esplicazione dei dialoghi.
Molto brava anche Haley Bennet nel ruolo di Megan, un ruolo non facile da interpretare. L'attrice si ritrova a impersonare una persona torbida, provocante e "affamata" di sesso. Bisogna ammettere che neanche la Bennet sbaglia una virgola, rende oscura e in un certo senso affascinante, la figura di Megan. Rebecca Ferguson forse è quella che tra le tre attrici, spicca di meno, la sua è una recitazione che seppur buona, non regge il confronto con quelle delle altre due interpreti. Comunque alla fine, si fa valere anche lei. Insomma, Taylor non poteva scegliere cast migliore.
La fotografia è pregevole, evoca molto quell'aura fredda della quale parlavo prima. Le tinte bianco-bluastre danno un'impronta estetica originale.
Anche le ambientazioni risultano efficaci, si sposano bene con il tipo di storia. Sono sperdute, gelide e cupe, vedi ad esempio il grande bosco che circonda la cittadina dove si svolge la vicenda, un posto dove possono succedere i fatti peggiori senza che essi vengano a galla.
La colonna sonora non è male, non verrà ricordata negli annali, però funziona.
La sceneggiatura è molto vasta, si articola tra flashback, presente e storie parallele. E' resa ben chiara e non diventa mai tortuosa o non si va a cacciare in vicoli ciechi. Si vede che le idee ci stavano. Infatti non abbiamo mai situazioni ripetitive o fasi di stallo, ma è tutto un progredire verso la scoperta della verità. Perfette la stesure dei personaggi, tutti hanno una descrizione ben definita. I colpi di scena non mancano e spesso fanno ricredere più e più volte lo spettatore. L'impianto narrativo è solido, strutturato su più livelli, ma non difficile da seguire. Tra le cose che magari si possono rimproverare, qualche episodio un po' forzato e leggermente arronzato, ma si tratta di contesti alquanto specifici.

Conclusione: una buona pellicola drammatica, ha il suo punto di forza nel cast di altissimo livello, in più si aggiungono una validissima regia e una certa abbondanza di idee. Nonostante tutto, come ho scritto all'inizio del commento, manca sicuramente un qualcosa, quella trovata che faccia guadagnare almeno un punto in più al film e che lo renda convincente sotto tutti i punti di vista. Fatto sta che, alla fine dei conti, ci si ritrova di fronte un prodotto onesto e che vale una visione.