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TRE STAGIONI regia di Tony Bui

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kafka62     5½ / 10  25/03/2018 19:38:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film di un'eleganza e di una raffinatezza tutte orientali, "Tre stagioni" è ambientato nel Vietnam di oggi, ma in realtà si colloca nel tempo interiore e astorico della memoria, del desiderio edenico, del ritorno alle origini. E' più vicino cioè a "Il profumo della papaya verde" che a "Cyclo" (per citare due altri coevi film vietnamiti), anche se nel girovagare notturno del piccolo sciuscià e del ciclotassista innamorato non mancano di certo suggestioni neorealistiche. "Tre stagioni" è un'opera dichiaratamente, smaccatamente poetica, e in ciò stanno sia i pregi (le splendide inquadrature delle donne che raccolgono dalle loro barche i bianchi fiori di loto o della ragazza che apre gli occhi sulla pioggia di petali rossi che cadono sul viale della sua infanzia) sia i limiti (un autocompiacimento formale che trova il suo corrispettivo narrativo in un nostalgico ripiegamento dei personaggi nel passato o in un presente idealizzato, cui neppure il tormentato Harvey Keitel alla ricerca di un'occasione di espiazione e di riscatto riesce a sfuggire: simbolo troppo facile di un'America che si sente in colpa nei confronti dell'Oriente per la "sporca guerra").
I tre episodi si intrecciano abilmente tra loro, differenziandosi peraltro attraverso una precisa e a volte ossessiva costante climatica (l'afa nell'episodio del conducente di cyclo, la pioggia in quello del bambino, il tempo della fioritura in quello della venditrice di fiori), ma, nonostante siano ricchi di momenti ispirati e di inquadrature suggestive, non vanno quasi mai al di là dell'apologo edificante e consolatorio. Da un'opera prima e da un giovane regista indipendente, francamente, ci si poteva attendere qualcosa di più coraggioso e innovativo.