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KOYAANISQATSI regia di Godfrey Reggio

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LaCalamita     9 / 10  18/10/2022 21:47:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi sono emozionato; addirittura è scesa la lacrima. Il motivo non lo so ben spiegare: "noi del 2022" non dovremmo più di tanto rimanere affascinati da tecniche ormai sdoganate come il timelapse (p.s. che Terrence Malick si sia ispirato a questo documentario per usare in modo "adulto" il timelapse? Vedi Knight of Cups).

Koyaanisqatsi, in teoria, si tratterebbe altro che di un insieme di videoclip, una definizione del film che sarebbe estremamente offensiva per lo stesso (per fare un esempio, la definizione di "videoclipparo" che si beccano registi come Danny Boyle).

La musica ha certamente e palesemente un grosso ruolo nel dare senso alle immagini, nell'indirizzarle verso qualcosa. Quale sia questo senso è stata la sfida per me.
Si dice che la filosofia sia brava nel proporre domande anziché dare risposte. Il film sembra andare oltre: non mi suggerisce nemmeno le domande. Niente, il vuoto. Sì, viene mostrata prima la natura e poi l'era moderna, e ciò che suggerisce il significato della parola del titolo è chiaro. Ma lo stile di Koyaanisqatsi mi porta altrove; il silenzio totale che caratterizza gli 80 minuti del film diventa il silenzio nella mia mente. Inizialmente pensavo di star pensando a qualcosa, ma è come se il film mi consigliasse di andare oltre tutto; ogni pensiero è banale: "vai oltre".

Resto così a guardare e ascoltare il film, piuttosto ipnotico e rispettoso dello spettatore.
Il creatore del film ci offre queste immagini, io scopro di gradirle.