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PAROLA DI DIO regia di Kirill Serebrennikov

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dubitas     8 / 10  30/07/2017 10:32:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Niente da dire, dall'Europa dell'est, ultimamente, vengono fuori soltanto capolavori. Parola di Dio è un esempio di come si possa riuscire, attraverso un film, a trattare una tematica più che mai attuale, quella della religione, in un paese - la Russia- dove essa è spesso strumento politico per mettere a tacere le masse. Il protagonista di questo film è un giovane ragazzo che ci viene presentato subito come fanatico religioso, legge la bibbia durante le lezioni di nuoto, cita continuamente le sacre scritture per predicare contro l'immoralità del suo ambiente (scuola e famiglia). Non vengono lasciate intravedere le possibile cause di questa sofferenza, che pian piano, come in una sorta di climax, si fa sempre più profonda e tanto più ossessivo diventa il bisogno di risposte, l'aggressività, la rabbia, legate al vivere in un ambiente che non lo comprende a fondo. Un punto di sviluppo importante è contenuto nello scontro tra il ragazzo e l'insegnante di biologia, che - perla rara in una Russia dominata ancora da un rigido tradizionalismo- spiega ai suoi alunni la varietà degli orientamenti sessuali fra animali, la necessità di usare il preservativo e ,dulcis in fundo, l'evoluzionismo. Tutte tematiche che non possono non far infervorare il protagonista, che si esibisce in atteggiamenti provocatori e buffoneschi per far saltare le lezioni, attirando sempre l'attenzione di una preside, che anziché riconoscere i segni del suo disagio, incolpa l'insegnante di essere poco diplomatica e di usare metodi troppo moderni. La preside, come tutto il corpo docenti, mostra una visione ipocrita della religione, che serve soltanto a mantenere un ''decoro'' di facciata, in questo caso specifico, l'onore della ''scuola''. In termini psichiatrici, si potrebbe definire quello del protagonista un grave disturbo della personalità, con tratti ossessivo-compulsivi e psicotici, ma tali etichette non bastano a contenere la sua personalità, fredda ma incline sempre a rivelare le proprie fragilità, come se dietro quel manto di arroganza si nascondesse un'urgente e struggente richiesta di aiuto. A capirlo è la stessa professoressa di biologia, che cerca di combattere con i suoi stessi strumenti, studiando meglio la bibbia e attirandosi in questo modo il fastidio del proprio partner, docente di educazione fisica della scuola, prototipo del palestrato senza un minimo di quoziente intellettivo. Lo scontro fra la docente e il protagonista si fa epico, anche grazie all'ottima recitazione dei due, che pur essendo animati da un feroce odio l'uno contro l'altro, hanno in comune la caratteristica di non essere compresi dall'ambiente che li circonda, perché nella loro estrema diversità c'è anche una sorta di istanza rivoluzionaria ed eversiva, pronta a mettere in discussione le regole della società. Toccante, anche per il suo epilogo, è la descrizione del rapporto del protagonista con lo ''storpio'', un amico della scuola, emarginato e preso in giro per la sua deformità fisica. Un'amicizia che si rivelerà un'illusione, in quanto nasconde soltanto un desiderio di trovare un complice nella propria crociata contro il mondo e si può dire che il protagonista ci riesce bene, fin quando poi non scopre che anche l'amico è ''come gli altri'', un traditore, un giudeo. Dalla sua relazione con lo storpio (significativa è la scena in cui lo picchia nel tentativo di farlo abituare' alla violenza futura del mondo, quasi un Rosso malpelo moderno) e da quella con la madre, accusata di ''adulterio'' per aver divorziato dal marito, esce fuori l'immagine di un ragazzo cinico, che sembra aver cancellato ogni parvenza di umanità, a sottolineare come la malattia mentale (o anche il fanatismo religioso) ci rendano a volte irriconoscibili e privi dei sentimenti che dovremmo ritenere ''naturali'', l'empatia, l'affetto per i genitori ecc..
Parola di Dio è un film che si aggiunge ad altri drammatici ''est europei'' come ''Il caso kerenes'' (rumeno) o ''Miss Violence''(greco) che ci fanno riflettere su un modo di fare cinema più che mai efficace, profondamente diverso da quello occidentale, ma forse proprio per questa differenza più incline a toccare il cuore dello spettatore, facendo leva su tematiche sociali d'attualità. In sintesi, un gran bel film, tuttavia rovinato da un finale che non risolve gli interrogativi di fondo di quella che è una storia, fin dall'inizio, di crudeltà e mistero.