caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

ARCA RUSSA regia di Aleksandr Sokurov

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
elio91     10 / 10  07/06/2013 23:54:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pazzesco. Non ci sono altre parole. L'opera d'arte perfetta che non ti puoi aspettare, anche se proviene da un maestro russo che ha dalla sua una fama consolidata anche grazie a questo film.
Uno dei capolavori degli anni 2000.

Sokurov è stato eccelso nel dirigere un'opera titanica per come è stata costruita: un lungo pianosequenza di un'ora e mezza. Sappiamo che in tanti ci hanno già provato pur con i limiti tecnici a loro disposizione: Hitchcock lo fece con "Nodo alla gola" anche se con maestria mascherò i necessari stacchi di montaggio con dei trucchi visivi in un thriller ambientato tra quattro mura. Sokurov ha dalla sua la tecnologia ma non basta, qui ci vuole un talento registico di portata colossale per gestire centinaia e centinaia di comparse che nel finale diventano un vero e proprio fiume in piena.
La macchina da presa non si ferma mai, ci immerge nell'Hermitage che è già immenso di suo e si muove sinuosa e con curiosità come cullandosi in un sogno; e che "Arca russa" sia un sogno lo dice tutto, dal protagonista che parla in terza persona e che ci fa muovere in un'esperienza audiovisiva unica nel suo genere, ai fantasmi di un passato russo che si è cristallizzato e che, Sokurov lo sa, dall'Hermitage non usciranno mai più.
Il nostro cuore e la nostra anima pure resteranno imprigionati in questa abnorme arca russa. Se il film è pesante bisogna dire che riesce a rapirti comunque, con sprazzi di una genialità mai sopra le righe come è tipico dei più grandi registi russi che raramente fanno convivere un virtuosismo eclettico con una concessione al proprio pubblico di tipo emozionale (o almeno, di un emozione diretta e partecipe). Ma ci si emoziona lentamente, si viene conquistati e il finale è indescrivibile, una ninna nanna, un eterno naufragare tra i resti di un passato dove la tragedia, quella si, se non resta fuori dall'Hermitage almeno è mitigata dai toni silenziosi e ammiccanti di un sogno ad occhi aperti.


"Signore? Signore! Peccato che lei non sia qui con me... Lei avrebbe capito ogni cosa. Guardi...c'è il mare tutto intorno. E dovremmo navigare, per sempre. E vivere, per sempre."