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ARCA RUSSA regia di Aleksandr Sokurov

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quaker     10 / 10  27/11/2006 22:51:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La tecnica di Sokurov è a dir poco prodigiosa: un unico piano sequenza dell'intera durata del film. Girato in digitale, con una handycam Sony adattata, e munita di uno speciale hard disk capace di registrare un'ora e e mezza circa di video.
Per l'intera durata del film pensavo come abbia potuto realizzare una cosa del genere. Pare che sia stato girato in pochi giorni, ma che la sua preparazione (33 aiuto registi) abbia richiesto circa un anno e mezzo.
Detto questo, rimane l'opera: che è una carrellata sulla storia russa, su un palazzo fra i più belli del mondo, ed ospita un museo fra i più importanti (e se non erro primo per quantità di opere d'arte figurativa). Ma non solo: grazie allo scambio di battute fra il diplomatico francese e la voce del regista lo spettatore è indotto a riflettere sull'arte, la storia, il destino stesso dell'uomo.
Compare Pietro il Grande (e qui c'è una prima, memorabile battuta del diplomatico francese sulla passione che gli orientali hanno per i dittatori, da Alessandro Magno a Tamerlano... e non viene menzionato, ma si intuisce, che la catena si chiude con Stalin).
Poi la steadycam si inerpica su una scala a chiocciola.
Si passa per i saloni dell'Hermitage. Ecco la Grande Caterina. Una sala rossa, una galleria all'italiana; le sculture neoclassiche; ancora quadri da Van Dick a El Greco. Ed ecco Puskin, il più grande poeta russo. Poi una scena spendida: la guerra (che, per gli allora sovietici, fu la grande guerra patriottica), rappresentata attraverso una gelida galleria in cui è penetrata la neve.
Vi è una sola persona, un vecchio che costruisce la sua bara. E la voce del regista-narratore (con i cui occhi, in soggettiva, è ripreso tutto il film) che ricorda il milione di morti che, solo nella allora Leningrado è costata quella guerra con la Germania (paese che il diplomatico francese, vissuto nel primo scorcio dell'800, non sa che cosa sia).
E poi ancora saloni, il corpo diplomatico, i pranzi di corte con un servizio di piatti superbo, lo sfarzo della corte; l'orchestra che suona ... e Nicola II a tavola con la famiglia nell'imminenza della rivoluzione del '17.
Infine il ballo a corte del 1913. Un tripudio di costumi, facce, immagini come l'uscita dal ballo, lungo uno scalone rococò che è una delle meraviglie del Palazzo d'Inverno. E l'ultima, meravigliosa immagine.
Ho dimenticato tanto, perché tantissimi sono i motivi di questo film, capolavoro assoluto della cinematografia, che mi resterà sempre nel cuore.