Film d'una forz'eversiva più unica che rara. Il thriller diretto d'Alexandre Aja non è un whodunit, poiché l'eccelsa scelta di casting ci sbatt'in faccia la colpevole sin dal principio, una Sarah Gadon ch'arriv'a incarnare pure nella fisionomia una maternità tanto diabolicamente manipolatrice da ridicolizzare qualsiasi altra figura di Giocast'a me nota. Alle critiche vers'una presunta narrazione farraginosa, fitta di sottotrame appen'accennate, sfugg'il forsennato tentativo di provare a depistarci dall'ovvio inaccettabile: una ferocia femminile genitoriale da 101 e passa Crudelia De Mon. La protagonista inganna, ammalia, seduce, depista chiunque, la polizia ne vien'imbambolata, idem ogn'altro personaggio tranne l'antagonista, un Oliver Platt a sua volta magnifico nei panni dello psicoterapeuta, ipnologo, conoscitore della natura umana e del simbolismo inconscio. "Hitchcock meets Guillermo del Toro"? Cioè un "Vertigo" con la componente fantasy estremizzata sin'all'horror? Ma davvero Hitch è giunt'a simili recessi o s'è sempre tenuto lontano da quanto la cultura ha più strenuamente tabuizzato? E del Toro va ricordato per "Il labirinto del fauno" (2006) o per l'"Hellboy" di due anni prima, dov'il ruolo malefico era quello di Rasputin qui citato nel nome dei criceti uccisi con disarmante efferatezza?