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L'UOMO CHE NON CAMBIO' LA STORIA regia di Enrico Caria

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The Gaunt     6½ / 10  23/09/2016 23:27:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ranuccio Bianchi Bandinelli, l'uomo che non cambiò la storia, però avrebbe potuto cambiarla ma non sapeva come. Se vi é capitato di vedere vecchi filmati di repertorio dell'Istituto Luce, quando Hitler venne in visita in Italia nel 1938, i due dittatori andarono in visita a musei e monumenti in varie. Noterete una figura quasi costantemente al loro fianco. Quella figura vestita con tanto di camicia nera di circostanza, era appunto Ranuccio Bianchi Bandinelli. Uno dei migliori storici dell'arte ed archeologo d'Italia e del mondo. Il documentario inizialmente mette in luce i vari binari della storia a cui si è trovato Hitler, baciato sicuramente della sorte in molteplici occasioni e da questo viene inserita la figura di questo professore universitario di fronte ad un bivio ed un'occasione irripetibile. Essere a stretto contatto con i due dittatori, un pass illimitato di accesso con tanto di conoscenza anticipata dei percorsi nei giorni della visita. Antifascista ma costretto ad aderire al fascismo (a quei tempi era così, sennò addio carriera e lavoro), lo storico cerca di svicolarsi dall'incarico poco gradito una prima volta, poi costretto ad accettare su pressione nemmeno tanto benevola del regime.
Il diario evidenzia i sentimenti contrastanti di Bandinelli, il difficile equilibrio da mantenere durante la visita di Hitler, la voglia di poter e dover far qualcosa, dapprima poco seriamente, ma con il passare del tempo diventa un'ossessione, escogitando anche vari modi per poter uccidere in un colpo solo i due dittatori (piazzare na bomba nel predellino dell'auto. Allo stesso tempo l'impotenza di non sapre in grado come fare. Non ha nessun contatto con le reti clandestine, tantomeno riuscire a trovare il modo di contattare gli antifascisti e di dover piazzare un ordigno, lui uomo di studi, che non era in grado di fare. Tuttavia questa ravvicinanza con Mussolini e Hitler, minuziosamente raccontata nei suoi diari sono una fonte storica di indubbio valore. Viene analizzato il rapporto tra i due, rispettoso ma nemmeno tanto cordiale in fondo. Il menefreghismo e l'ignoranza di un Mussolini annoiato durante le viste ai monumenti, mentre rimarca la sincera passione per l'arte di Hitler, artista mancato. La Storia quindi si è ripresentata ed al centro di questo incrocio una persona inadeguata per un compito troppo grande per le proprie capacità. Un'occasione mancata, una delle tante. In sè il documentario non presenta particolarità di sorta, composto da immagini di repertorio e ricostruzione a tavole fumettistiche molto semplici. Vero anche che il suo interesse si evidenzia in questo rapporto tra il singolo individuo e la Storia, con quella punta di sarcasmo tpicamente toscano che permea tutto il lavoro.