Gabe 182 4½ / 10 05/04/2020 00:31:32 » Rispondi Una mia amica mi aveva parlato di questo film ancora tempo fa (io prima non lo conoscevo e mai ne avevo sentito parlare), a lei non era piaciuto, io ci ho provato, ma il risultato è stato pessimo. Opera seconda della regista iraniana Amirpour, un parawesten metaforico sul rovescio del sogno americano e della forbice sociale che si allarga pericolosamente nella terra promessa. L'ambientazione è quella già vista mille volte di una società distopica, un'umanità regredita allo stato primitivo, un arido deserto. Il film inizia benissimo, con una una scena davvero notevole e girata in maniera inusuale ma funzionale. Da li in poi il vuoto più completo, un film noioso, inconcludente, abbastanza arrongante e supponente. Le vicende avventurose mancano quasi del tutto, a parte l'esibizionistico particolare del cannibalismo che si rivela un puro e semplice tentativo di scioccare lo spettatore. E poi la strategia citazionista è povera e tutta superficiale, degli autori amati e cari alla regista (si pensi ad esempio a Sergio Leone, Quentin Tarantino o Alejandro Jodorowski) non si sente impronta alcuna. Infine, il finale è ridicolo, non mi è piaciuto per niente. I personaggi mi sono sembrati insulsi e poco aproffonditi: la protagonista, a parte l'indubbia bellezza ( Suki Waterhouse), non rivela particolari capacità espressive e soprattutto è un personaggio completamente privo di qualsiasi carisma che la possa trasformare in un'eroina. Il resto dei personaggi è vuoto: tra un Jim Carrey irriconoscibile, un cannibale palestrato Jason Momoa e l'illuminato Reeves, si salva a malapena l'ultimo. Quasi due ore perse, non cade nel disastro grazie al buon'inizio e la messa in scena desertica che regale dei panorami suggestivi e da al film una buona impostazione estetica, ma il resto va buttato nel dimenticatoio.