caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

IL MAGO DI OZ regia di Victor Fleming

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
adrmb     7 / 10  02/01/2020 11:37:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un altro fulgido esempio della Hollywood classica, dalla stessa squadra di 'Via col vento' (Cukor, Fleming, per capirci, altro susseguirsi di registi e produzione frammentata). Anche se a me piace definirlo come un Disney mancato (anche lui a quanto ho capito correva per accaparrarsi i diritti).

Comunque alla larghissima mi piace considerarlo come una sorta di "proto- remake live-action" dei film Disney, giacchè la produzione prese la direzione del musical dopo aver preso visione del successo folgorante di Biancaneve. Se questo non bastasse si pensi al fatto che originariamente la perfida strega dell'Ovest dovesse riprendere il modello di donna altera e bellissima della regina di Biancaneve, cestinato per far spazio alla tradizionale befana brutta e verde.

Comunque il giudizio su questo film da parte mia è un po' sofferto: ci sono cose che trovo veramente splendide, da far rizzare i peli se si riflette sull'anno di produzione, e altre che trovo invecchiate malissimo.

Tipo il Technicolor. Straordinaria l'intuizione di colorare il film nel momento in cui Dorothy mette piede nel mondo fantastico, prediligendo il bianco e nero per i fatti nel mondo reale. A ben vedere a quell'epoca il colore serviva proprio per enfantizzare il senso fantastico (dove di contro il realismo era rappresentato dal b/n). Comunque splendida la scena in cui Dorothy dà le spalle al pubblico e apre la porta in b/n che dà colorato mondo di Oz (con annessa panoramica sul villaggio dei mastichini).

Poi la storia, be', è un viaggio di formazione classico che, dal prologo in Kansas molto gradevole, finisce per buttarla troppo nella melassa, a causa di caratteristi e dialoghi francamente stucchevoli, che peccato. Per esempio, tutta la sequenza canterina interminabile dei nanetti, è insopportabile, roba che era già vecchia al momento dell'uscita (se li si paragona per dire ai nani di Biancaneve che sono invecchiati meravigliosamente). Ma è tutta la colonna sonora a essere a mio avviso bruttina e poco memorabile, fatta eccezione per la favolosa 'Somewhere over the rainbow', simbolo e canzone eterna ( con il Technicolor l'altro elemento più bello del film) nobilitata da un'interpretazione commovente di Judy Garland. Non solo la musica e il momento, ma anche la morale è fortissima qui, il sogno di libertà e terre lontane e inesplorate. Peccato che una scrittura non all'altezza qui ribalti la prospettiva facendo capire a Dorothy che l'essenziale è il recinto di casa, insomma, uhm, limitante (nonostante l'iconicità e bellezza pure della scena "There's no place like home" - oh, e io sono convinto che gli artisti Disney si siano ispirati agli effetti speciali delle scarpette magiche per quelli della fata Turchina di Pinocchio). Sempre in relazione a Disney è molto carino notare come la scena con lo spaventapasseri con annessi giochi di parole paia a conti fatti una versione un po' più edulcorata e "family-friendly"di Alice nel paese delle meraviglie.

In tutto questo il personaggio di Glinda a me fa morire quando dialoga con la perfida strega dell'Ovest proprio a causa dei dialoghi didascalici e stucchevoli - evidentemente necessari per la contestualizzazione per uno spettatore anni '30: rivisti oggi fanno sorridere, è praticamente lei che istiga la strega dell'Ovest mettendola contro Dorothy, manipola a suo modo ahahahah. Come da tendenze odierne sarebbe una perfetta villain a sorpresa. *******ssima pure quando rivela a Dorothy che poteva da subito tornare a casa, roba da strozzarla (mi pare esista una parodia su Youtube, molto carina).

Non si creda però che i dialoghi stucchevoli si limitino a lei, è un tripudio di retorica tra Dorothy e i comprimari. Sì Dorothy è una ragazzina lagnosa e rompipalle (soprattutto quando si scusa per aver ammazzato la strega ROFTL, una cosa che Disney per direnon avrebbe mai fatto), però la Garland la interpreta meravigliosamente, rendendola a suo modo anche iconica. Di converso è anche riuscitissima l'interpretazione della Hamilton per la perfida strega dell'Ovest, una befanona di pura cattiveria senza sottotesto alcuno (daje), molto godibile e divertente nelle sue uscite coi sottoposti (poverina la Hamilton, si è beccata pure le ustioni per le sue uscite di scena infuocate...). Peccato per la fine del cacchio col gavettone.
Però il personaggio più riuscito è il mago truffaldino in entrambe le sue doppie apparizioni, molto bello il modo in cui viene rappresentato il suo cuore d'oro nell'aiutare tutti i personaggi (peccato che Dorothy non si sia goduta il viaggio in mongolfiera a causa di quello stupido di Toto, gnam in Kansas ti aspetta il forno).

Comunque boh che altro dire, questo proto-fantasy è diventato meritatamente un classico, la regia di Fleming è magnetica e la strumentale di Over the rainbow dà molto pathos alle scene (si veda il bellissimo finale). A volte sembra che ci sia qualcosa di "troppo", di esasperato, nei dialoghi, nelle caratterizzazioni dei personaggi, ma va benissimo così.