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INSOMNIA regia di Christopher Nolan

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Dom Cobb     9 / 10  02/11/2013 19:39:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Will Dormer, agente della polizia di Los Angeles, viene mandato in un paesino dell'Alaska insieme al collega Hap per indagare sull'omicidio di una ragazza. Mentre insegue l'assassino nella nebbia, Will spara per sbaglio (o forse no?) al collega e lo uccide, ma a causa di un'indagine nel suo dipartimento ad opera degli affari interni che rischierebbe di vanificare ogni caso su cui ha lavorato, preferisce incolpare il maniaco del misfatto. Se non fosse che il maniaco stesso, un ambiguo scrittore di libri gialli di nome Walter Finch, ha visto tutto e trascina Will in un letale gioco fatto di menzogne, inganni e capri espiatori...
Cosa distingue un grande regista da un regista ordinario? Secondo me, il fatto che un grande regista riesce a prendere la vicenda più banale al mondo e tirarne fuori qualcosa di estremamente intrigante; ed Insomnia rientra senza dubbio in questa categoria.
Il soggetto dal quale prende spunto la trama non è originale, si tratta addirittura del remake di una pellicola scandinava di qualche anno prima, però Nolan è in grado di infondervi il suo tocco personale e a rendere la vicenda ben più profonda e riflessiva di quanto non possa apparire a una prima occhiata, per non dire creativa.


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Christopher Nolan, infatti, in tutte le sue opere tiene molto ad inserire un ingrediente in particolare, la cui aggiunta non è forse sempre riuscita, ma non è questo il caso: l'analisi della parte più sporca ed oscura della mente umana. Will è visto come un poliziotto integerrimo, risolutore di casi complicati, paragonato dall'agente Elaine a una leggenda ispiratrice, eppure egli stesso confessa alla fine di aver "imbrogliato" per incastrare un uomo della cui colpevolezza era certo ma non aveva alcun indizio concreto, e da quell'episodio nascono sensi di colpa che lo tormentano in ogni momento, ora che la storia si sta ripetendo


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In altre parole, Will è troppo onesto per reggere il gioco nel quale Finch lo sta trascinando, ma allo stesso tempo egli stesso inizia a dubitare di essere moralmente integro, arrivando perfino a chiedersi se non abbia ucciso il suo collega appositamente, per evitare che patteggiasse con gli affari interni. E, man mano che l'etica del protagonista viene messa sempre più in discussione, la sua mente crolla, lui viene invaso da flash e spezzoni di immagini che ritraggono le sue colpe passate, il sonno, complice la presenza costante del sole, stenta ad arrivare e il suo aspetto si sciupa. E Al Pacino è magistrale nel fornire l'interpretazione di un uomo a poco a poco sempre più stanco e lacerato dagli errori che ha commesso, un uomo che ha "smarrito la strada" e che, infine, tenta di ribellarsi per sentirsi in pace con se stesso.
Accanto a lui troviamo Walter Finch, uno strepitoso Robin Williams nel ruolo, per lui inconsueto, dello psicopatico assassino. Inizialmente sembra trovarsi nella stessa situazione di Will, involontario omicida di una persona che gli era amica, ma a poco a poco, le differenze fra i due diventano sempre più evidenti,


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finché, in un finale superbamente costruito, emerge la vera natura dell'assassino, che si rivela essere ciò che è davvero, tutt'altro che un uomo onesto che ha ceduto a una momentanea debolezza come Will.
Attorno a questo magistrale scontro psicologico, in cui trovano ampio spazio alcuni dilemmi drammaticamente difficili da risolvere,


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si muove l'unico personaggio veramente onesto, la giovane agente Elaine, una Hilary Swank capacissima di farsi notare nonostante il suo ruolo rischi sempre di essere messo in ombra dai due comprimari; l'unica persona a scoprire la verità che si nasconde in questa torbida faccenda ed ammonita dallo stesso Will a non commettere gli stessi errori fatti da lui.
Tutte queste dinamiche vengono imbastite da Nolan in modo ineccepibile, condite da una confezione impeccabile, scene d'azione ad alto contenuto di suspense e un perfetto senso del ritmo; le atmosfere cupe danno ben presto un riuscito senso di estraneità e di disagio, come un vero thriller dovrebbe fare.
Una perla del cinema contemporaneo, senza difetti di alcun genere; a riprova che con due grandi nomi nel cast e perizia con una macchina da presa puoi fare miracoli anche senza effetti speciali o budget stellari (vedi "Il Cavaliere Oscuro").