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GREEN ROOM regia di Jeremy Saulnier

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  14/07/2016 10:18:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una band di punk-hardcore male in arnese accetta di suonare presso un fatiscente locale bazzicato da skinheads. Nonostante il clima da subito un po' teso tutto sembra andare per il meglio, anche quando i nostri si avventurano in una pericolosa cover della celebre "Nazi punks fuck off" dei Dead Kennedys. Purtroppo, al momento di riscuotere il grano, i ragazzi vedono qualcosa di proibito. La punizione è l'immediata prigionia in una stanza senza vie d'uscita (la "green room" del titolo), dove capiranno ben presto di essere passati in un attimo da aspiranti rockstar a semplice carne da macello.
Niente male questo thriller indubbiamente debitore agli home-invasion, con assediati ed assedianti a scambiarsi i ruoli di vittima e carnefice in un turbinio action in cui le posizioni di vantaggio (e viceversa) cambiano repentinamente. Cattiveria e frenesia fanno la differenza, c'è poco tempo per riflettere, agire è l'unico modo per sopravvivere.
Gli schieramenti battagliano in maniera ferina, privi di strategia, messi di fronte a qualcosa di sconosciuto e troppo grande per essere gestito con freddezza. Quella di cui non difetta Patrick Stewart, efficace in un ruolo inedito caratterizzato da un'apatia sanguinaria da brividi.
Anche se poi a piacere è soprattutto l'inglesina Imogen Poots, che da figura marginale si prende di prepotenza il proscenio. Nel cast anche il povero e bravo Anton Yelchin, recentemente scomparso a causa di un incidente assurdo.
Notando il nome del regista, ovvero Jeremy Saulnier, scatta in automatico il paragone con la sua precedente opera intitolata "Blue Ruin": affascinante revenge movie malinconico e dolente in cui Macon Blair (qui presente in un ruolo secondario) si ergeva ad angelo della vendetta con grande originalità. Ecco, in questo caso si sfruttano situazioni più risapute, alcune cose faticano a tornare, altre convincono poco (il look finale dei protagonisti): però il film viaggiando a velocità supersonica si lascia indietro i difetti, brillando invece per intensità e una violenza che, mai ostentata in maniera dozzinale, lascia il segno.