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I MIEI VICINI YAMADA regia di Isao Takahata

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Testu     7 / 10  27/05/2016 19:38:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Spezzoni di vita quotidiana, o come va di moda oggi, "Slice of Life", di una famiglia giapponese di ceto medio in era pre-smarthphone, con un abbozzato tratto a matita dai bordi aperti, un disegno deformed geometrico, e tenui colori acquarellati che rendono alla vista un effetto povero ma gradevole. La frammentarietà degli avvenimenti è dovuta principalmente alla fedeltà con lo schema dell'autore originario Hisaichi Ishii. Come prodotto d'animazione bisogna dire che le avventure di casa Yamada non iniziano nel modo migliore. Si da per scontata la loro conoscenza e le battute iniziali sono tra le più fiacche. La prima cosa che trasmettono e un senso di noia, ma pian piano che si conoscono i familiari il tempo passa sempre più piacevolmente. Gli Yamada si potrebbero quasi definire i pigri Simpson d'oriente per goffaggine ed epoca anni 90, nell'ottica di una versione ovviamente molto più garbata, semplice e in qualche modo affettuosa nel darsi aiuto. Dei quattro componenti il ruolo maggiore è affidato ai due capofamiglia, ma dei cinque membri solo la piccola e spensierata Nonoko funge da elemento veramente secondario (una Maggie parlante). Questa raccolta di eventi rimane sempre fondamentalmente leggera e, in ottica giapponese, ottimista. Del resto, il padre nonostante il lavoro tipicamente massacrante, ha una buona comunicazione e presenza coi figli nelle ore rimanenti, il suo rapporto genero-suocera alterna in modo buffo cortesia distaccata a battibecchi di confidenza e la sua sbadata consorte, benché si noti abbia il ruolo di gestire persone e finanze della casa, è piuttosto premurosa e bonaria. La compagna ideale se non fosse per i suoi pasticci e le misure generose. Tuttavia, si nota come verso la fine la produzione, nel tentare di rendere la società in modo onesto, non tenti di evitare qualche triste citazione di salute cagionevole, di cronaca nera e qualche malinconica presa di coscienza con la citazione dell'iconico tokusatsu Gekko Kamen, alias Moon Mask Rider. Come già detto in precedenza, lo stile generale è essenziale ma curato, coerente, ma con qualche raro virtuosismo stilistico e di movimento della telecamera, che insieme ai colori tradiscono l'uso, non troppo invasivo della computer grafica. Come ulteriore tratto distintivo, la produzione aggiungendo alcuni lunghi discorsi all'inizio e alla fine, pare voglia creare a modo suo un manuale per giovani famiglie. Francamente Houhokekyo Tonari no Yamada-kun o, più semplicemente, "I miei vicini Yamada", è qualcosa che fa un pò strano vedere importato da noi, non fosse stato Ghibli non se lo sarebbero continuato a filare di striscio nessuno ma, alla fine, nonostante una partenza migliorabile, devo dire che non mi è dispiaciuta come scelta.