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MAN IN THE DARK regia di Fede Alvarez

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  20/09/2016 10:36:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La sinossi è di quelle scarne ma intriganti: tre ragazzi dediti a furti in abitazioni borghesi prendono di mira un non vedente, costui, solitario reduce di guerra con un bel gruzzolo a risarcimento per la tragica morte della figlia, vive in un quartiere fantasma divenuto tale per via della crisi economica. Un colpo diverso dal solito ma apparentemente facile.
Inutile dire che le cose andranno in maniera ben diversa da quella prospettata.
Tra una citazione a "Cujo" ed un'altra a "An american crime" si dipana un film ineccepibile dal punto di vista tecnico. L'uruguayano Fede Alvarez ci sa fare eccome dietro la mdp, il suo lavoro è sicuramente superiore alla media dei colleghi avvezzi all'horror da multisala. Non a caso venne scelto da Sam Raimi in persona per dirigere il remake del cult "La casa", raggiungendo un risultato più che dignitoso.
Messa in scena, utilizzo delle luci (notevole la scena quasi totalmente al buio), senso del ritmo e montaggio fanno di "Man in the dark" un lavoro passabile nonostante una sceneggiatura sprecona nei confronti di due twist che avrebbero potuto rendere il tutto molto più accattivante.
Purtroppo lo script è fin troppo lineare e i momenti in cui la storia potrebbe prendere una piega imprevista non vengono sfruttati come meriterebbero. Tensione e violenza, abbinate ad una scena semi-shock (immagino soprattutto per il pubblico femminile), restano sotto i livelli di guardia, rispettando pavidamente i codici dell'horror commerciale perseguitato dai soliti veti censori.
Non male lo scenario depresso di Detroit, plausibile e attuale. Lascia a desiderare la definizione dei personaggi, molto banali, meglio il caratterista Stephen Lang che nei panni del laconico padrone si prende il proscenio seppur a tratti sfoggi capacità molto improbabili per un cieco.