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CODE BLUE regia di Urszula Antoniak

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  16/01/2018 09:55:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Infermiera di mezzà età l'ossuta Marian è respingente come la sua (non) vita, passata tra gli spartani arredi del proprio appartamento e gli asettici corridoi di un ospedale. Lavora con delicatezza sorprendente, per poi ricorrere all'eutanasia -ovviamente non richiesta- facendosi carico dell'ultimo viaggio di pazienti destinati ad inevitabile dipartita.
I rapporti all'esterno del nosocomio sono ridotti quasi allo zero assoluto, non fosse per l'anziana vicina di casa e per l'ossessione sviluppata nei confronti di un uomo casualmente incontrato sui mezzi pubblici. L'identikit del personaggio è trattato con grande complessità, fattore scatenante l'incedere distaccato, dove il dramma cova sotto una normalità ostentata ma tutt'altro che stabile, dove persino l'amore viene interpretato come perversione.
Pochi dialoghi, qualche battuta per delineare la carnalità trattenuta pronta ad esplodere nel climax sin troppo enfatizzato, in cui si propende per lo shock pornografico con deviazioni autolesioniste e sadomastochistiche, senza però chiudere con efficacia un cerchio intrigantemente spalancato ma caotico nella disperata materializzazione.
La dissociazione evidente viene di colpo sbandierata senza più freni inibitori, sbattuta sullo schermo con una ferocia che diventa paradigma grottesco sino ad alimentare più di una perplessità riguardo una pellicola fino a quel momento perfetta nel suo glaciale minimalismo.
Da lodare il lavoro sulle luci come la regia di Urzsula Antoniak, molto positiva la prova in sottrazione di Bien De Moor.