caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

ROMA regia di Federico Fellini

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
amterme63     7 / 10  20/06/2013 22:44:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La sensazione che ho avuto vedendo questo film è stata come di indigestione e malessere, tipo dopo un'abbuffata con cibi stracarichi di condimento.
Probabilmente Fellini voleva proprio provocare questo tipo di sensazione nello spettatore, giusto per esprimere al meglio l'idea e il concetto che lui si è fatto di quel microcosmo che è la città di Roma. Solo che non lo ha fatto forse nella giusta misura.
il film "Roma" è a tutti gli effetti una creazione eminentemente estetica, è una rielaborazione personale ad opera di un artistica creativo, quale Fellini, il quale usa le sue arti espressive particolari e uniche per colpirci e impressionarci. La sua arte è sempre in primo piano ed in evidenza, proprio a ricordarci che non si tratta del racconto di una storia esemplare (come quelle di Gelsomina e Cabiria) o la rapprentazione sintetica del contrasto individuo-società (come in "La dolce vita" e "Otto e mezzo"), ma la reinterpretazione espressiva di un determinato tema caro all'artista (come in "Clown"). "Roma" infatti non pretende di analizzare la realtà sociale o essere un documento di riflessione politica (come Fellini specifica chiaramente nel film stesso), è solo una prova di grandi capacità espressive.
"Roma" stilisticamente è molto simile a "I Clowns". Strutturalmente si presenta come un'inchiesta documentaristica su di un tema particolare (con tanto di troupe, cinepresa e regista al seguito) ma presto si rivela solo una scusa per infinite digressioni a tema. Troviamo anche qui il richiamo all'infanzia nella Romagna dell'epoca fascista (sviluppato più ampiamente in "Amarcord"), lo sguardo fra divertito e nostalgico al mondo e alla gente del passato e una rappresentazione un po' amara e problematica del presente. Il tutto è visto però con un piglio sarcastico e una distorsione grottesca di tipo espressionista (sembra un Satyricon ambientato nel XX secolo).
Fellini in qualche maniera rende omaggio allo spirito che dominava la cultura dei primi anni '70 italiani, cioè la celebrazione dell'elemento popolare e "folk". La cultura dominante andesso non è più quella borghese, ma quella popolare. Fellini guarda questo mondo con spirito divertito e affettuoso e ride della sua poca cultura e della sua volgarità. Tutto sommato prende la confusione e il caos come qualcosa di pittoresco e di interessante, degno di rappresentazione artistica, senza intenti critici. Molto più duro lo è invece con la Chiesa, in uno dei documenti filmati spiritualmente più duri verso questa istituzione (la sfilata di moda).
Quello che non va secondo me in questo film, è il fatto che il tema si ripete troppo e viene esposto in maniera prolissa. Alla fine proprio si ha come una reazione di fastidio e rigetto che purtroppo rischia di coinvolgere anche il magnifico operato artistico profuso a piene mani (costumi, sceneggiature, riprese, ecc.).