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AMERICAN CRIME STORY - STAGIONE 1 regia di Ryan Murphy, Anthony Hemingway, John Singleton e altri

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     9 / 10  28/09/2016 18:25:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Resterà un mistero decifrare la carriera di Ryan Murphy, autore che spesso azzecca il format ma che difficilmente massimizza il materiale che ha a disposizione, uno che ti può regalare una singola stagione di livello assoluto come la 1° di Nip & Tuck o la 2° di AHS ma che in entrambi i sceneggiati si limita ad un successo effimero quasi l'eccezione alla regola, un breve apogeo prima di trascinarsi stancamente nel trash.

Con American Crime Story raggiunge finalmente la maturità, opera monolitica, resoconto dettagliato, rievoca nei minimi dettagli non trascurando alcun passaggio una celebre storia americana, attualizzandola, mai come in questi anni il rieccheggiare dell'eterna questione razziale diventa il fulcro centrale della vicenda, sullo sfondo i pestaggi dei poliziotti bianchi agli afroamericani, il caso Rodney King, gli afroamericani che vedono in OJ Simpson (un Cuba che ho trovato francamente fuori ruolo) l'ennesima vittima dell'odio bianco.
La difesa che non solo fa leva sull'avversione bianca ma finisce col consegnarsi ad un avvocato nero Johnnie Cochran (Courtney B. Vance assoluto mattatore del cast, ruba la scena a Cuba quale vero protagonista dell'opera consacrandosi definitivamente con le avvincenti arringhe in tribunale), dream team di avvocati che comprendono anche F. Lee Bailey avvocato delle celebrità (famosissimo il caso di Patty Hearst), Robert Shapiro (un John Travolta tirato a lucido), Robert Kardashian (cognome che non sarà lui a portare alla ribalta).
Difesa che risponde al nome di Marcia Clark (altra consacrazione quella della Paulson, traghettata da Murphy da AHS ad ACS consapevole che fosse imminente date le ultime ottime prove sia in televisione 'Game Change' sia al cinema 'Carol'), per rispondere a Cochran il pubblico ministero assolda un afroamericano Christopher Darden (Sterling K Brown rivelazione della serie).
Tra guanti troppo stretti, una giuria preponderante di afroamericani, e un poliziotto Mark Fuhrman che delegittima la polizia stessa minando il sospetto che fosse davvero un castello di carte costruito ad hoc per avversione razziale portano al criticato esito.