Dom Cobb 8½ / 10 29/03/2016 14:02:41 » Rispondi Dopo essere diventato il Guerriero Dragone e aver scoperto la verità sulle sue origini, il panda Po si ritrova ad affrontare nuove sfide: mentre cerca di recuperare un po' di tempo perduto con il suo padre biologico, il maestro Shifu insiste affinché lui diventi maestro a sua volta. E come se non bastasse, un diabolico guerriero è fuggito dal mondo degli spiriti e progetta di impadronirsi del "chi" di tutti i maestri del kung-fu... Arrivata al terzo capitolo, la serie di Kung Fu Panda continua nel solco tracciato dai suoi predecessori, ed offre bene o male un'ulteriore quantità della stessa ricetta: azione, risate e uno stile visivo quanto mai stilizzato e debitore del cinema orientale. Per molti, potrà sembrare ripetitivo, dato che in fondo, il film non ci pensa neanche a uscire dagli schemi che hanno reso i primi due così famosi e graditi al pubblico, ma se gag e battute funzionano e i personaggi continuano nell'arco narrativo iniziato anni fa in maniera soddisfacente, non credo vi sia granché di cui lamentarsi. In fondo, oltre allo spettacolo superficiale garantito dall'azione e dalla comicità, vi sono alcuni temi su cui ci si sofferma abbastanza da conferirgli un certo peso;
Per la maggior parte del tempo, Po si ritrova con due padri, uno adottivo e l'altro biologico, che in un certo senso si contendono il ruolo di padre "vero e definitivo", un'interessante digressione sull'adozione (forse con qualche deliberato accenno al dibattito in corso sui genitori omosessuali) che, seppur non venga mai davvero approfondita oltre alla sua importanza a livello di trama, è sufficiente a far riflettere.
inoltre, i personaggi in sé sono talmente simpatici che è una gioia semplicemente vederli di nuovo, guardarli interagire fra di loro. Notevole è anche il lavoro fatto su Po, che riesce a rimanere l'infaticabile bambinone nerd di sempre e, allo stesso tempo, un po' più maturo. Ad affiancare una storia semplice, ma efficace, un impianto visivo di rara bellezza, davvero indescrivibile a parole, che trova la sua massima espressione all'inizio e alla fine, ambientati nell'onirico mondo degli spiriti, dove luci, colori, ombre e forme incredibilmente stilizzate creano uno spettacolo meraviglioso da ammirare, ancor più che nei film precedenti. L'unico neo è rappresentato dal cattivo, che sebbene valido, non riesce a svettare come il sinistro pavone Shen un lungometraggio fa, complice anche un approccio virato più sulla risata che sulla minaccia,
Un simile atteggiamento aveva già in parte rovinato nel finale il Tai Lung del primo film, ma qui il contrasto è bilanciato un po' meglio, soprattutto nella dipartita finale del cattivo Kai, meno sempliciotta e più soddisfacente.
e le musiche di Hans Zimmer sono meno incisive del solito, confermando una sua progressiva caduta di stile negli ultimi anni. In definitiva, questo Kung Fu Panda 3 non arriva alle vette raggiunte dal quasi perfetto predecessore, ma è comunque ancora un pelino sopra l'originale, fosse anche solo grazie al suo stile visivo maggiormente d'impatto. Fra questo e Zootropolis,il cinema d'animazione sta vivendo un'ottima annata finora.