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IL BELL'ANTONIO regia di Mauro Bolognini

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LoSpaccone     7½ / 10  03/11/2009 21:34:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Può essere considerato come l’altra faccia dei capolavori di Pietro Germi, rispetto ai quali però è anteriore. Da un tema come l’impotenza sessuale (affine per implicazioni morali e sociali al delitto d’onore o alla verginità pre-matrimoniale) Bolognini tira fuori il suo capolavoro, in cui però alla satira feroce e beffarda di “Divorzio all’italiana” o “Sedotta e abbandonata” sostituisce un approccio maggiormente malinconico e decadente, ma sempre velatamente ironico. I toni del dramma sono riflessivi più che polemici, viene abbandonato il ritratto a tinte forti dello sfondo siciliano e Catania viene filtrata da una fotografia languida ed elegante. Coerente allo stile del film è anche il bell’Antonio, un personaggio introverso e sensibile, custode di un malessere che non viene volgarmente definito come fisiologico ma che ha ben altre origini, più profonde e moderne: un raggio di romanticismo nel buio del conformismo reazionario meridionale. Peccato per quel finale consolatorio che sa troppo di zuccherino dato in pasto all’establishment democristiano dell’epoca ma è un film che stupisce per la sua natura ambivalente: vivace nella sua tristezza, intenso nella sua essenzialità.