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LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT regia di Gabriele Mainetti

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Spera     7½ / 10  11/04/2016 13:49:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Finalmente una ventata di aria fresca per l'italia, dove regna un cinema statico, conservatore che mai si reinventa, sempre gli stessi temi, triti e ritriti raccontati alla stessa maniera.
Anche qui in parte il tema di fondo e l'ambientazione sono li stessi ma si volta pagina e si racconta una storia da un punto di vista differente, quello di un "supereroe maledetto" sullo sfondo di una Roma violentata dalla criminalità e dal degrado.
Abbiamo appena visto "non essere cattivo" e "suburra".
Qui però si cambia registro e si respirà novità.
Buona la regia e gli attori, in primis Luca Marinelli che promette davvero bene.
Buoni i personaggi, l'unica pecca a mio avviso è un pò la caratterizzazione del nostro supereroe, interpretato molto bene da Santamaria: questo "antieroe" ha dei tratti molto forti e marcati, non ha amici, è un uomo allo sbando, è un personaggio complesso e tutto questo andava giustificato meglio.
Assolutamente non mi bastano i pochi flashback che raccontano della sua infanzia sbandata con amici ancora più sbandati.
Data l'importanza del personaggio e della sua situazione andava raccontata e caratterizzata meglio questa condizione di malessere e rifiuto verso la vita che tratteggia così profondamento il nostro protagonista.
E' un pò buttata li quando avrebbero potutto dedicare più minutaggio per raccontarci bene un passato che avrebbe dato spessore e corpo alla sceneggiatura e al personaggio.
Detto questo la godibilità del film non viene minata da questo difettuccio.
Parte finale in calo, per questo un voto in meno, prevedibile il fatto che anche l'antagonista di turno si trasformi in un "supercattivo" e c'è come la sensazione che qualcosa non giri alla perfezione nelle scene allo stadio.
Bellissima l'ultima inquadratura, redenzione finale del nostro eroe e una luce di speranza per il nostro oscuro mondo.
Tutti possiamo cambiare in meglio, abbiamo bisogno di un supereroe alla quale ispirarci se nel nostro piccolo mondo non riusciamo a trovare da soli la via giusta.
Io continuo a dirlo, in Italia siamo indietro anni luce cinematograficamente rispetto alla Spagna, Francia, Inghilterra, Danimarca, ecc.
Aspetto che si faccia vivo un qualche REFN o De La Iglesia anche qui.
Questo è un primo piccolissimo passo.