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LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT regia di Gabriele Mainetti

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ferro84     8½ / 10  04/12/2020 13:20:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film bellissimo, un risultato straordinario che dimostra che anche in due stanze e un tinello sia possibile far viaggiare la fantasia.
Rendiamo grazie a Mainetti per portare in scena uno spaccato della Roma di perfieria raccontato senza il solito "taglio documentaristico" aggiungo io del ***** di cui ne abbiamo piene le scatole ma trovando una chiave di racconto diverso.
Le chiavi narrative vanno esplorate e non scimmiottando gli americani come fa Salvatores, ma personalizzando un racconto tenuto conto dei limiti, oggettivi, della nostra industria cinematografica, sia di budget che di Know How.

La seconda parte è il clichè del genere, perchè Mainetti non è snob, non vuole che si dice che è un film di supereroi ma solo per finta perchè "lui non bada a questo a lui iteressa altro..". No a lui interessano i supereroi e ce lo sbatte in faccia, rifuggendo da facili snobbismi.
Il cinema d'autore può essere anche di genere.

Bravissimo e azzeccatissimo Santamaria così come convincente la Pastorelli, mmolto più adesso che nei film successivi che farà
ferro84  09/12/2020 18:01:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie della domanda perchè questo film non scimmiotta gli americani semmai prende il testo base del fantasy supereroistico e lo adatta ad una realtà tipicamente italiana, romana e di borgata.
E' successo spesso in opere autoriali che si parte dal genere per finire con il film intimistico e d'autore, utilizzando la scusa dell'incipit per portare in scena personaggi tormentati e le loro problematiche.
In questo film questi personaggi e problematiche ci sono sempre ma sono a servizio della storia. La parte finale dopo la morte della ragazza, che potrebbe sembrare posticcia , in realtà non vuole scimmiottare ma semplicemente seguire lo schema del film di genere.
In pratica si è voluto fare davvero un film italiano sui supereroi, giocando in casa e puntando su uno stile di racconto molto nostrano.
Salvatores invece vuole davvero portare in scena la storia del ragazzo invisibile, non c'è nessuna voglia di contestualizzazione, vuole solo ambientare un film di supereroi in Italia ed è ovvio che allora non c'è la competizione vera e propria e certe scene di azione stridono cosi come gli effetti speciali.

Potresti dirmi "ma sono gli stessi?" E' vero ma è il fine dei due film che sono diversi, Mainetti usa i suoi supereroi per fare un film sui supereroi che parli di Roma e della solitudine dei suoi personaggi, Salvatores non ha sottotesto solo intrattenimento e allora non regge il confronto.
Merlino95  05/12/2020 13:38:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao ferro84, che intendi con le chiavi narrative vanno esplorate e non scimmiottando gli americani come fa Salvatores. Te lo chiedo perché Jeeg Robot prende tanto dai film di supereroi americani, al contrario il ragazzo invisibile di Salvatores non ci azzecca nulla con i film americani