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GODS OF EGYPT regia di Alex Proyas

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Elfo Scuro     5 / 10  07/10/2017 03:50:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per i fan di tale "genere" può anche risultare passabile, per questo il mio voto, effetti speciali che viaggiano tra il buono e il modesto (ma male amalgamati certe volte) con una trama lineare e che non osa di più perché riconosce la propria natura di giocattolone spaccone di matrice americana (ma anche australiana, visto che la produzione non è solo USA) aggiunto anche ad un cast che almeno non stona (nonostante i personaggi dimenticabili per sviluppo e struttura narrativa) nello sfondo della storia. Come detto da altri prima di me questo è sicuramente un film minore di Proyas, che tutti noi ricordiamo per il film The Crow con il compianto Brandon Lee.

Per quanto mi riguarda è un film che si dimentica in fretta e che non spicca per nessuna dote o per altri meriti. Trama banalotta e scorrevole, messa in scena esagerata e via così (non dissimile dai Transformers di Bay e tanti altri prodotti). Il mio voto soggettivo è 3 (per le tre cose mi hanno destato interesse durante la visione), ma oggettivamente parlando come detto prima vado per un voto che va quasi sul godibile rivolto ad un pubblico meno impegnato o in particolare amante di tali prodotti.

Parlando del cast (tralasciamo la problematica etnica, perché Hollywood è tipica di queste cose) maschile tutti ben interpretati (nel limite di quanto si possano apprezzare personaggi del genere): Nikolaj Coster-Waldau (eroe ma poco carismatico), Gerard Butler (classico cattivo), Brenton Thwaites (buona spalla di supporto), Chadwick Boseman (caratterizzazione divertente) e Geoffrey Rush (attorone che qui gigioneggia, quasi simbolicamente tirando il carroccio ovvero il film fino alla fine).
Stesso discorso per il bellissimo cast femminile: Élodie Yung, Courtney Eaton, Abbey Lee che sono tutte belle provocanti, a volte innocenti a volte spietate a seconda del personaggio.

Tecnicamente parlando il direttore della fotografia Peter Menzies Jr. fa il suo dovere cosi come Liz Keogh (costumi), Owen Paterson (scenografia) e Marco Beltrami con una colonna sonora adatta all'impianto narrativo. In bilico tra pessime scelte e buone prove invece risulta il lavoro svolto da Richard Learoyd (montaggio) e i tecnici degli effeti speciali.

La sceneggiatura di Burk Sharpless e Matt Sazama è interessante solo per l'ambientazione in cui è stata proposta ma per il resto tutte trovate gia viste e ritrite (del cinema mainstream) in tutti questi anni partendo dai cliché passando per gli ammiccamenti sessuali tramite le battute fino al tono ironico.


Non bisogna comunque confondere quello che ho detto fino ad ora, se parliamo di vero cinema per come intendo io la settima arte questa pellicola non è niente ma può risultare godibile per degli spettatori che conosco la bestia in questione dato che offre tutto quello che possono cercare da prodotti del genere.

Ultima nota, l'unica cosa che veramente mi è sembrata degna di menzione oltre al cast femminile (tutte donne da far girare la testa!) è Anubis che alla fine sembra l'unica cosa che più centra con le divinità egizie in tutto il film nel suo modestissimo e umile ruolo.