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UNCANNY regia di Matthew Leutwyler

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  11/12/2017 10:20:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Le analogie con "Ex Machina" sono piuttosto evidenti, tuttavia lasciar perdere inutili polemiche su eventuali plagi diventa basilare anche perchè l'effetto déjà-vu non è poi così clamoroso. Meglio concentrarsi esclusivamente sulla visione di questo pregevole dramma fantascientifico in interni, dal basso budget ma dalla resa notevole.
Protagonisti: un genio della robotica, la sua creatura (ovvero un androide somigliante all'uomo in modo strabiliante) e un'affascinante giornalista, tutti insieme fin troppo appassionatamente per una settimana intera, in cui la donna diventa spunto e fulcro di riflessioni rivolte non soltanto a implicazioni sociali e morali ma anche necessità esistenziali, in un'emulazione che, normale in natura, trasla nell'ambito delle biotecnologie più avanzate.
Rispetto al già citato (e riuscito) "Ex machina" abbiamo un approccio molto più intimista basato sulla fitta interazione dei personaggi e di riflesso sulla disamina dei loro rapporti. C'è assenza, o quasi, d'azione, mentre le rivelazioni finali regalano qualcosa in più ad un film in cui la riflessione suggerita diventa quasi un invito forzato al quale non ci si può sottrarre. Gli attori se la cavano reggendo il film da soli e avvicendandosi sullo schermo con convinzione, regia e ambienti rendono minimale la visione d'insieme solo a livello scenografico, l'argomento intavolato, con le implicazioni future del caso, è infatti tutt'altro che misero di spunti.