tylerdurden73 7½ / 10 19/02/2016 14:39:36 » Rispondi Al solito un po' nostalgico è un po' stralunato Don Hertzfeldt col suo simpatico ma efficace tratto elementare questa volta mostra un futuro lontano circa due secoli. Un mondo colorato, in cui internet è diventato outnet. L'uomo può vivere all'interno della rete stessa generando e manipolando dati in maniera fisica. Protagonista la piccola Emily, portata avanti nel tempo dal clone di se stessa, una Emily quindi adulta, che le mostra brandelli di quel mondo così curioso e di ciò che potrebbe attenderla. Hertzfeldt mostra la grande speranza (o illusione) umana per eccellenza, quella di beffare la morte, parla di classi sociali e di amori che la distorsione del contatto fra simili ha modulato in emozioni altamente anomale. Nell'urgenza di avere ricordi, di suggere felicità dalla memoria, si propongono digressioni tra il malinconico e il bizzarro. Il David senza cervello e i robot spaventati dal decesso e per questa ragione in moto continuo sul suolo lunare, sono punti esclamativi di una narrazione sui generis, capace di introdurre elementi in apparenza discordanti, che invece dolcemente vengono inglobati dal racconto.