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EL ABRAZO DE LA SERPIENTE regia di Ciro Guerra

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  16/03/2017 10:42:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nel cuore della foresta amazzonica un viaggio spiazzante in cui lo sciamano Karamakate, a distanza di qualche decennio e a bordo di una piccola imbarcazione, accompagna alla ricerca della fantomatica pianta della yakruna dapprima un etnografo tedesco, poi un biologo americano.
L'itinerario snodato sul percorso serpeggiante del Rio della Amazzoni diventa metafora del cammino interiore, in cui l'indigeno è memoria storica di una cultura prossima alla cancellazione e soprattutto maestro per chi convinto di presentarsi come inattaccabile depositario del sapere. Il colonialismo, la religione inculcata con la forza, la distruzione del paesaggio in nome dell'estrazione del caucciù, si scontrano con il misticismo, con un sapere ancestrale praticamente impossibile da abbracciare se non sfruttando il potere misterioso di atavici rituali e di sostanze estratte dalle piante.
Il bianco e nero scelto dal colombiano Ciro Guerra è perfetto per ovattare la magnificenza della jungla in favore di concetti che trovano radici nella notte dei tempi, quando gli autoctoni vivevano in simbiosi con il mondo circostante rispettando regole rigorose, queste regolarmente sbeffeggiate dall'uomo bianco, schiavo del materialismo e del possedere, prime cause della perdita della propria identità primigenia.
La missione in cerca della yakruna diventa così mezzo per accettare la fine di un mondo ormai violentato, ma anche il tentativo disperato di tramandare il verbo della natura attraverso conoscenze a forte rischio oblio. Guerra lascia l'azione ai film d'avventura, immergendosi nel panorama inibito allo sguardo occidentale, perchè inadatto in quanto disabituato a scavare oltre la scontata superficie. Il regista mette in campo esclusivamente una serie di riflessioni alternate a piccoli eventi curiosamente reiterati nel tempo, con Karamakate, capace di comprendere, ormai anziano, la sua funzione di mentore in contrasto con l'avanzare della modernità pronta a calpestare, insieme al lussureggiante regno, anche i valori custoditi in esso.