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ZOOTROPOLIS regia di Byron Howard, Rich Moore, Jared Bush

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Dom Cobb     7 / 10  23/02/2016 20:45:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La determinata conglietta Judy Hopps è la prima della sua specie ad essere nominata poliziotto della città di Zootropolis, eden naturalistico dove predatori e prede di ogni risma vivono in armonia. Relegata al ruolo di ausiliare del traffico, Judy riesce a farsi affidare un caso da risolvere in quarantotto ore. Suo riluttante alleato è la cinica volpe truffaldina Nick Wilde...
Continuando sulla strada che l'ha portata ad inaugurare una nuova era di supremazia, la Disney si guarda un'altra volta alle spalle per dare vita a un concetto elementare quanto, sorprendentemente, poco sfruttato nella loro lunga filmografia: una società di animali antropomorfi, dove l'uomo sia completamente assente. Solo un paio di classici, per di più alquanto bistrattati in America avevano tentato qualcosa di simile, e uno di loro c'era riuscito con successo. Il Robin Hood entrato nel cuore di tutti è ovviamente il primo e più ovvio riferimento dei registi Byron Howard e Rich Moore per la creazione di un mondo tridimensionale, complesso e sfaccettato.
Per quanto mi riguarda, il risultato di una produzione di circa quattro anni è particolare: si tratta, forse, del primo film veramente valido dai tempi de La principessa e il ranocchio (non a caso è anche il primo film d'animazione Disney che vado a vedere al cinema dal 2009), ma da qui a definirlo grande ce ne vuole.
E' a livello visivo che Zootopia gioca la maggior parte delle sue carte: l'ambientazione che fa da sfondo alla trama è ricreata con un'invidiabile creatività e cura per il dettaglio, sia per il design che per le opportunità di costruire gag legate al mondo moderno,


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senza risparmiarsi anche citazioni ai classici del passato.


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Il film acquista punti anche per un azzeccatissimo character design, simpatico e irrimediabilmente tenero, forse uno degli aspetti più riusciti; fa piacere soprattutto vedere come un impianto visivo così brillante faccia da sfondo a una storia dalle tinte tutt'altro che leggere. Si tratta, dopotutto, di un poliziesco prima di tutto, con mammiferi scomparsi da ritrovare, ostacoli da aggirare e colpevoli nell'ombra da smascherare: e quei rari momenti in cui ci si concede a deliziose punte dark sono, forse, fra i migliori.


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Ma anche questo è un film con i suoi difetti: tralasciando la polemica sulla CGI, che per me ha tolto ogni traccia di disneyanità dalle produzioni Disney facendole diventare tristemente generiche, in questo caso è la narrazione a presentare la maggior parte dei problemi. Non che vi siano parti affrettate o poco approfondite: la durata di oltre un'ora e quaranta testimonia un ritmo tutto sommato disteso e i protagonisti, lei giovane coniglietta idealista e lui cinica volpe disillusa, sono ben costruiti; il fatto è che il dipanarsi della vicenda è fin troppo convenzionale, e nel corso dell'indagine non ci si risparmia neanche uno degli stereotipi del genere buddy-comedy. Anche il rapporto fra Judy e Nick soffre della stessa convenzionalità, senza aggiungere nulla di nuovo.


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Inoltre, mi addolora parecchio vedere quanto la Disney stessa sia diventata cinica e disillusa nei confronti di sé stessa: nonostante il film sia una chiara satira della nostra società, delle sue paure discriminatorie e del suo bigottismo, questo Zootopia si permette esso stesso qualche forte stoccata bigotta contro la sua eredità:


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di conseguenza, a parte i vari easter egg e la premessa degli animali antropomorfi, il film non ha nulla che lo possa marchiare come "vero prodotto Disney"; ancora una volta, se si togliesse il logo all'inizio, lo si potrebbe scambiare anche per un prodotto Pixar o Dreamworks. Tanto, ormai questi film in CGI cominciano a somigliarsi quasi tutti...
In definitiva, Zootopia non è un brutto film: insegna bene una morale valida, il mondo ricreato è davvero creativo e visivamente ricco, e i protagonisti sono sufficientemente simpatici e accattivanti da reggere tutta la baracca. Mi sarei aspettato qualcosa di più originale sul fronte narrativo e un po' di drammaticità in più, soprattutto nell'affrettato finale,


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ma anche così com'è, è godibile. Solo, non cedete alla tentazione di proclamarlo immediatamente un capolavoro, perché di certo questo non lo è.