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FUOCOAMMARE regia di Gianfranco Rosi

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  06/03/2016 22:49:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Qualsiasi essere umano che sia deve aiutare questa gente", e credo che a sentire questa frase molti si strapperanno le fatidiche vesti. Nemmeno io mi sento coinvolto come dovrei, del resto l'immigrazione e' un'emergenza seria e a volte potrei prendere per oro colato le proteste del popolino, visto che come appurato dai giornali nella grande massa umana che arriva in Italia esistono - inutile negarlo - anche invasati, delinquenti, elementi da mandare letteralmente a casa con il foglio di Via, e per sempre. Rosi evita il discorso ideologico, ma forse meglio dire che si/ci vuole persuadere di questo. Il suo film avra' sempre ampio spazio sulle pagine culturali di Repubblica o del Manifesto. Gira sempre un efficace ibrido tra fiction e documentario, e spesso sembra piu' convincente proprio quando dirige La gente nel suo percorso quotidiano. Film interessante, "Fuocoammare" rischia di deludere o entusiasmare per le stesse o diverse ragioni. Ci sono, certo, lungaggini contemplative (da documentario si) di cui si poteva fare benissimo a meno. Poi noi geograficamente vediamo il Mondo secondo Lampedusa molto arcaico e fatalmente inaccettabile, cfr. Il destino segnato fin dalla nascita di dover diventare ad ogni costo pescatori cfr. O mangi questa minestra o salti dalla finestra, i racconti sul nonno, come pure il mal di mare che onestamente ci coglie in qualche immagine del film. Il Mare, trionfo di bellezza e dolore, e' quello che porta con se' i ricordi di guerra (il fuoco) ma anche la Pesca miracolosa. E quell'immagine di uomini alla deriva strappati dalle barche, esanimi oppure gia' morti, e' l'amarissima pesca del Nostro Presente. Un mondo dove si strappano vite di prima o terza classe, a seconda della disponibilita' di denaro. Trancima il film tutto questo, mentre una micidiale emittente radiofonica continua a inviare notizie di morti dispersi o sopravvissuti tra una canzone popolare tradizionale e l'altra. Ripeto, il film ha immagini splendide ma e' -come dire - un poco chiuso in se stesso. Manca di certo ll'eccentrica binario stilistico di Sacro Gra. Ma ha la grazia e la forza di raccontare, e questo non e' poco