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PERFETTI SCONOSCIUTI regia di Paolo Genovese

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Jolly Roger     8 / 10  30/03/2016 17:25:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
------------------------Occhio, Spoiler pesanti-----------------------

Perfetti Sconosciuti è una commedia divertente ed intelligente, alla quale si possono perdonare qualche caduta o esagerazione nella seconda parte.
Sbatte sul piatto tutta l'ipocrisia che caratterizza molti Italiani. Non dico tutti, nemmeno la maggior parte, ma certamente una fetta consistente, seppur minoritaria.
In alcuni punti sembra che il film forzi un po' la mano su questo aspetto…ma non è così, soprattutto se per un attimo si considera quanto sforzo le persone profondano nel difendere a tutti i costi l'immagine, la reputazione e la propria "onorabilità" di fronte alla società. Sforzo che culmina, ad esempio, nei casi di cronaca nera, quando si iniziano a sentire le solite frasi ridondanti, tipo:
"era una famiglia normale" "è sempre stato un ragazzo modello" "non ha mai fatto male a nessuno", cose che hanno raggiunto recentemente un nuovo apice con "non è gay…perché alla nostra famiglia ci piacciono le donne"

In questo film non si tratta di cronaca nera o di eventi memorabili, ma il concetto dell'ipocrisia è lo stesso e l'aspetto geniale consiste proprio nell'averlo saputo esprimere, con tono aspro e sarcastico, in un contesto molto più comune, quotidiano e vicino a noi: una semplice cena tra vecchi amici. Una situazione carica di ipocrisia tanto intensa da essere palpabile, tanto palpabile da poter essere squarciata a coltellate, come quella magistrale pronunciata da Mastandrea:

"Fammi capire…ma ti dà fastidio che non t'ho detto di essere gay…o ti dà fastidio che sono gay?"

Altro argomento tagliente è la mancanza di sincerità fra le coppie. Quanti sarebbero tranquilli nel lasciare il proprio cellulare (o il pc) al partner? Tutti hanno dei segreti da nascondere. A onor del vero, questo aspetto sembra già essere sufficientemente masticato da tutti. Lo si sa, punto. Torna in mente il verso della canzone di Elisa, in cui io ho sempre letto una sottesa malizia: "quante cose che non sai di me – quante cose che non VUOI sapere". Infatti, non stona affatto l'inserimento di un personaggio molto più riflessivo degli altri, il dottore interpretato da Giallini: uno che sa, o comunque intuisce, i segreti della propria metà, ma che ci passa sopra, per tanti motivi: per il bene comune, per il bene dei figli, per quieto vivere, o un po' perché si rende conto che, sotto sotto, la responsabilità del non funzionamento di una coppia è spesso reciproca (anche se in proporzioni diverse).

Aspetto invece meno masticato dalla gente, ma davvero cruciale (anche se passa un po' inosservato), è l'ipocrisia nell'ambito dell'amicizia tra maschi (mentre per quanto riguarda l'amicizia tra donne, è già comunemente assodato che nasconda sempre una certa rivalità e insincerità).
La scena più fastidiosa del film, a mio parere, è infatti la menzogna sulla partita di calcetto. Nello splendido finale che ricorda Sliding Doors, gli "amici" nascondono a uno di loro che la sera successiva andranno a giocare a pallone. Forse perché lui è scarso, forse perché hanno già un altro portiere, ad ogni modo è un comportamento un po' infantile e abbastanza squallido.
Da bambini a scuola cantavamo "aggiungi un posto a tavola, che c'è un amico in più!"
Crescendo siamo arrivati a "elimina un amico, che non c'è abbastanza posto a tavola".

Personalmente ho mollato il vecchio giro già da un po'. L'idea di queste cene tra vecchi amiconi, ormai over quarantenni, che si trovano una volta all'anno solo per:
1) parlare, gasandosi, dei tempi che furono, sentendosi un po' più giovani,
2) spettegolare e sparlare di conoscenti comuni,
3) annusarsi vicendevolmente il lavoro e lo stipendio,
4) lanciarsi reciproche frecciatine,
francamente…boh. Io l'ho lasciato perdere. Mi sembra come voler rianimare a forza l'adolescente che è ancora nascosto dentro, ma che ormai sta messo male (e probabilmente vorrebbe soltanto andarsene nel paradiso dei Ricordi).

Concludo con il citato Sliding Doors (occhio, qui spoilero anche quello!). Nel film britannico, era il "Caso" a influire sulle nostre vicende. Ciò non toglie che, al di là dell'influenza del caso, la situazione (sui grossi temi) si riassestava, anche se con tempi e modalità diverse. Infatti, puoi scoprire un tradimento perché il caso ha voluto che prendessi la metropolitana e arrivassi a casa prima o dopo…ma il tradimento lo avresti scoperto lo stesso, forse soltanto con tempi più lunghi. La vita è come un treno che sbanda, ma che nel tempo tende a riprendere la stessa direzione, o un pendolo che oscilla passando sempre dal centro.
In Perfetti Sconosciuti non è il caso ad influenzare gli eventi, bensì l'ipocrisia – ma l'effetto è lo stesso. E' un velo che impedisce al marito di vedere l'intesa tra la propria moglie ed il proprio migliore amico, ma non è un velo abbastanza spesso da impedire di chiedersi da dove sbuchino i suoi due orecchini nuovi...
Un velo che solo momentaneamente impedisce di vedere quei nodi che, prima o poi, verranno comunque al pettine.