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LE MANI SULLA CITTA' regia di Francesco Rosi

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Lucignolo90     9 / 10  27/05/2013 18:52:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
«Lo so che la città sta là e da quella parte sta andando perché il Piano Regolatore così ha stabilito. Ma è proprio per questo che noi da là la dobbiamo fare arrivare qua!»

In questo splendido film di denuncia Francesco Rosi mette in evidenza quello che, a 50 anni di distanza, resta ancora uno dei più grandi problemi del panorama italiano e cioè quello dell'abusivismo edilizio da parte di privati.
Innanzitutto fa una critica universalizzandola a un pò tutto il nostro paese: la città infatti dove muovono le vicende è Napoli, ma la città in questione viene nominata solamente una volta in tutto il film (a circa mezz'ora dall'inizio) proprio ad indicare che non è importante sapere dove hanno luogo questi problemi, è pertanto un dilemma che riguarda realmente l'Italia tutta. Secondo poi critica il mondo politico in quanto tale e senza secondi fini personali, i partiti del film vengono rappresentati senza sigle semplicemente come destra, centro (che ha il potere a inizio film) e sinistra all'opposizione.

Il protagonista della vicenda è un consigliere comunale della destra, Edoardo Nottola (Un Rod Steiger magnifico), che in barba ad ogni tipo di conflitto di interessi, è anche un costruttore edile, quello che a inizio film vuole eludere il Piano Regolatore comprando i lotti di terreno di pubblico interesse direttamente dalla giunta comunale per gli enormi margini di profitto, col beneplacito del sindaco ovviamente, che gli garantirà la costruzione delle reti fognarie, luce, gas etc..
La situazione va in malora per lui quando la ditta che gestisce, in una fase di costruzione fà crollare una palazzina fatiscente vicina per i colpi del battipalo, questo lo costringe a uscire momentaneamente dalla vita politica, e l'unico modo che ha per portare a termine il malaffare è uno ed uno solo: tornare e farsi eleggere assessore all'urbanistica...solo così avrà i mezzi legislativi necessari per portare a termine il progetto.

La potenza dialettica del film è rafforzata dal volere di Rosi di far prendere le parti di politici e giornalisti delle persone che, protagonista a parte, lo fanno realmente per professione, da ricordare l'intensa prova di Carlo Fermariello ex PCI, qui De Vita, leader del partito di sinistra e primo oppositore dell'operato al di fuori della legge di Nottola.

Insomma questo è un film da vedere, non vorrei dare troppo spesso l'epiteto di "capolavoro" ai film che commento, ma questo lo è perchè il Rosi di quel periodo era come un pasticcere telentuosissimo con duemila ingredienti a disposizione, e la conseguenza è stata quella di tirar fuori film come questo, "Salvatore Giuliano" o "Dio si è fermato a Eboli", tutti irrinunciabili film d'impegno italiano nella coscienza collettiva

«I personaggi e i fatti sono immaginari, ma autentica è la realtà che li produce»