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LA CORAZZATA POTEMKIN regia di Sergej M. Ejzenstejn

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barbuti75     10 / 10  03/09/2010 16:59:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo non è un film. E non è nemmeno strutturato come un film...è diviso in cinque atti come una grande opera lirica.
L'analisi di un prodotto di questa caratura non andrebbe nemmeno fatta fare a noi poveri utenti di questo forum, ma da un'entità ben più alta.
Mai la settima arte aveva raggiunto così alti modelli e ideali prima di allora ed Ejzenstejn lo sapeva bene.
L'allora giovane regista 28enne riuscì a coniugare grande tecnica con lirismo, grande prospettiva con eroismo, grande montaggio con passione.
Innanzitutto non è un'opera storica vera, ma solo una personale rielaborazione del regista dei fatti che portarono alla rivoluzione di Odessa del 1905. I fatti narrati sono in parte reali e in parte narrati tramite espedienti cinematografici dal regista che riesce a coinvolgere lo spettatore in un turbinio e crescendo emotivo che porta all'assuefazione.
I primi due atti del film sono un monito e una pesante critica contro il sistema zarista e narrano dell'equipaggio della nave che rifiuta di cibarsi di carne in avanzato stato avariato e decompositivo. In seguito al rifiuto, tutti i marinai che rifiutarono, vennero fucilati sul ponte come monito per tutti gli altri.
In queste due prime parti il verismo narrativo di Ejzenstejn raggiunge livelli sublimi. I primi piani de cibo rancido, i volti smunti dei marinai che da giorni sono al largo di Odessa in attesa di ordini, le soggettive delle torrette dei cannoni...tutto quanto è pura poesia cinematografica.
Il terzo capitolo del film è quello relativo al post ammutinamento in cui uno dei marinai capi della rivolta, morto durante la stessa, viene trasportato a terra dove tutti possano vedere un uomo morto "per un cucchiaio di minestra" per citare il cartello del Maestro Ejzenstejn.
Come non farsi commuovere dal popolo di Odessa che inneggia al povero marinaio come un eroe? Come non vedere le geniali riprese del regista che stacca ora sul cadavere, ora sul volto delle persone sconvolte dal dolore?
Il quarto atto è il più celebre del film, dove vengono toccate le più alte corde del dolore umano, con la famosa scena della scalinata dove la polizia zarista trucida sulla folla.
Ora cari amici che date 1 a questo film solo per abbassarne il voto...se sapete qualcosa di linguaggio cinematografico questo è il momento di dimostrarlo.
Il montaggio di questa scena fa scuola ancora oggi in ogni accademia cinematografica che si rispetti: i soldati non sono mai ripresi con i loro connotati, ma solo attraverso particolari che li rendono impersonali come macchine guidate dalla distanza. L'intelligenza del Maestro ci mostra alternativamente immagini dei soldati (freddi e glaciali) e quelle della folla sulla scalinata (la celebre scena della madre e della carrozzella, ma anche i cadaveri calpestati dall'incessante processione zarista).
Dopo ila massacro i marinai della Potemkin sparano sui cosacchi scatenando la controffensiva da parte delle autorità che inviano una flotta per distruggere i ribelli.
Nell'ultima parte del film i sentimenti di fratellanza e di universalità regnano incontrastati regalandoci momenti di unica poesia cinematografica. Le navi si rifiutano di soffocare la ribellione della Potemkin e la lasciano fuggire in mare aperto come sinonimo dell'universale fratellanza che lega tutti gli uomini liberi.
Quando si parla della corazzata potemkin bisogna semplicemente togliersi il cappello e applaudire, oppure se non si pssiedono i mezzi tecnici per commentarlo semplicemente stare zitti per evitare delle figure di mer.da.