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LA CORAZZATA POTEMKIN regia di Sergej M. Ejzenstejn

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Invia una mail all'autore del commento domeXna79     8 / 10  08/12/2007 13:20:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“La rivoluzione è guerra. Tra tutte le guerre che la storia conosce, essa è l’unica guerra legale, legittima, giusta e veramente grande… In Russia questa guerra è stata dichiarata ed è cominciata” (Lenin, 1905)
Ed è questo a cui assistiamo nell’opera di Eisenstein, ovvero una rivoluzione, una “guerra giusta” per affermare il diritto “ad una minestra”, ad essere trattati da uomini, contro l’oppressione di un regime autarchico rappresentatoci perfettamente dai gerarchi militari (i comandanti e gli ufficiali sulla corazzata e dall’esercito reale e dai cosacchi durante lo sterminio nella città) ..permeato, meglio forse dire, intriso dell’ideologia dominante (vero e proprio manifesto politico-ideologico del regime comunista) in quel periodo nella grande Russia, il racconto è un excursus narrativo che trova il suo apice nello sterminio dei rivoltosi sulla famosa scalinata della città di Odessa.
Suddiviso in quattro capitoli, la storia fotografa momenti fondamentali in quella che viene definita “la lotta di classe” ..la presa di coscienza della alienante condizione di vita, l’individuazione dei nemici (gerarchi militari, detentori del potere ma anche la religione, definita da Marx “l’oppio del popolo” e rappresentata dal gesuita che brandisce nelle mani il crocifisso), l’atto di liberazione segnato dalla rivolta ed infine l’esaltazione del principio di fratellanza ..il degrado delle condizioni di vita dei marinai, le vessazioni che sono costretti a subire da parte dei superiori, gli echi della rivoluzione e la rivolta dinnanzi all’ennesimo atto di cieca prepotenza (la tentata fucilazione dei dissenzienti), sono manifestati con estrema enfasi grazie anche all’ottimo accompagnamento sonoro ..poi il mare in tempesta e lo sbarco per dar sepoltura al “martire della rivoluzione”, quindi la diffusione della notizia circa la ribellione e la già citata magnifica scena sulle scalinate nella città portuale russa.. ..un ritratto dei volti, della sofferenza, della morte che scende cieca sulla folla, le madre che porta il proprio figlio in braccio verso le bocche dei fucili dispiegati come un muro invalicabile e sordo ad ogni richiamo di umanità e dialogo (poi la carrozzina che scende veloce sui gradini, come qui sotto ricordato, sarà ripresa dal film di De Palma).. ..epilogo che vede affermati i principi della dottrina comunista (lo scontro evitato ed i segnali di fratellanza tra i marinai)
Nonostante l’indubbia innovazione tecnica, la grande abilità nelle riprese e nella costruzione del racconto, resta comunque difficile giudicare un’opera così lontana nel tempo ma soprattutto così legata ad ideologie di regime crollate nell’ultimo decennio del secolo appena trascorso ..figlio del suo periodo, la pellicola risente anche dei mutamenti avvenuti nel corso degli anni pur rimanendo un documento storico di pregevole valore.
Opera comunque imprescindibile per chi si considera appassionato cinefilo..