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TAG regia di Sion Sono

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  22/11/2017 10:17:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non proprio convincente Sion Sono, fin troppo debitore al cinema del connazionale Takashi Miike (da cui pare aver preso anche la bulimia lavorativa) e generalmente poco ispirato. La consueta eccellente cifra stilistica -un paio di sequenze a parte- pare dimenticata, a favore di una messa in scena spesso piatta. Mentre a livello di storia le perplessità non sono poche, "Tag" è un film confuso e confusionario, agile a livello di ritmo ma fastidiosamente criptico per tematiche trattate.
Sicuramente lodevole nell'intento di simboleggiare il ruolo sociale della donna attraverso metafore di indiretta lettura, però Sono eccede: si salta di palo in frasca con la protagonista braccata da un non meglio specificato male. Da studentessa si trasforma in promessa sposa e quindi in runner, il tutto cambiando connotati fisici (tre le attrici utilizzate come protagonista) sino ad un finale parzialmente rivelatore e abbastanza insulso.
Il regista caratterizza il suo lavoro con momenti splatter in classico stile nipponico, centra alcune sequenze come quella del pullman, mentre le sfumature poetiche paiono scariche della potenza di cui dispone solitamente il filmaker giapponese. Decisamente furba la frase "La vita è surreale" pronunciata da un personaggio secondario, perfetta per giustificare la totale anarchia e lo svariare su più fronti senza aderire per forza di cose ad un genere in particolare.
Alla conta finale, seppur solo di misura, i pregi vincono sui difetti. Ma "Tag" resta un lavoro non degno del proprio autore.