Un film dipinto in punta di fioretto, con il sostegno affascinante di musiche, fotografia e sceneggiatura di alto livello, per raccontare la storia di un amore travolgente, totalizzante più anticonvenziale di quanto maliziosamente si potrebbe dedurre (professore che intreccia una relazione extraconiugale con la più giovane studentessa straniera che viene sopraffatta dal carisma del Maestro). Il vero mistero intorno alla volatilizzazione di Irons non è tanto quello affidato alla banalità crudele della Morte, ma quello di una teorica sua dispersione negli elementi naturali, in una sorta di metempsicosi (ventilata con più di un riferimento): la prodigiosa fusione avverrebbe, di volta in volta, con foglie, cani, aquile, granchi (ossia, si potrebbe ipotizzare, i quattro elementi fondamentali: terra, fuoco, aria e acqua). Tornatore sospende giudizi morali sui personaggi, se non attraverso gli accorati monologhi del medico curante e della figlia di Irons, ma il tutto viene poi compensato dalla riconciliazione tra la stessa figlia ed Amy. Non sarà il Tornatore più brillante, ma sicuramente un Tornatore da studiare. PS I Love You resta nettamente un gradino sotto La Corrispondenza...