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LA CORRISPONDENZA regia di Giuseppe Tornatore

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     5 / 10  24/01/2016 00:36:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premetto che non sono un grande ammiratore di Tornatore, e' forse uno dei registi che gira meglio in Italia, ma spesso ho provato allergia per la sua retorica, e poi diciamolo guai se non ci fossero stati prima di lui Sergio Leone, Monicelli, Visconti o Fellini. Nel suo manierismo, tutto sommato credo che Baaria fosse una delle sue cose migliori. "La corrispondenza" e' come al solito un film visivamente impeccabile, ma in realta' e' un lussuoso romanzo Harmony travestito da opera d'autore. Poteva reggere dignitosamente almeno nella prima parte senza scadere nel ridicolo, nell'autoreferenziale, nel narcisismo gratuito. Invece purtroppo i dialoghi sono qualcosa di terrificante, sembra di vedere una fiction profumata di pretese intellettuali, ma la sostanza resta in superficie. Mi sembra che nel raccontare la Morte il regista ambisca davvero a inseguire la Sua, di immortalita', come nel Pianista sull'oceano che era un omaggio evidente a Sergio Leone. Il film gronda un sentimentalismo un po' datato ma per quanto si enfatizza tra una webcam e l'altra la sensazione di un gioco calcolato, freddo, permane. Restano le immagini suggestive del lago d'Orta e le Varianti cosmo logiche che fanno la doppietta artistica con i ritratti del precedente, e piu' riuscito, "La miglior offerta". Il cinema di Tornatore mi sembra sempre un po' compiaciuto di se stesso, e non e' aiutato certo dagli interpreti, tanto meno un Irons senile che farebbe un figurone nel romanzo di Italo Svevo. Si contorce, affabulatorio, in una bellezza artistica che in fondo e' banalita', come nell'incidente automobilistico o nel fauno di body art dove "La modella" pianse fino a corrodere il volto dell'opera