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REVENANT - REDIVIVO regia di Alejandro Gonzalez Inarritu

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Invia una mail all'autore del commento mistress999     5 / 10  04/03/2016 15:31:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dirigere un film che sembra una estenuante extended edition di un qualunque documentario targato National Geographic nel quale per più dei 3/4 della durata il protagonista rantola, grugnisce, striscia, sputa sangue, lecca la neve, sopravvive a infezioni, cadute, pugnalate, lacerazioni, senza un chiaro background storico nè un interessante proflo psicologico che ne sottolinei gli intenti, a tal punto da rendere più interessante e meritevole di attenzione un orso che appare solo per 5 minuti?
Si, con The Revenant tutto questo è possibile.

Dal punto di vista tecnico The Revenant è indubbiamente ineccepibile. La fotografia è davvero notevole, sa essere limpida, tenue e cruda quando lo richiede la scena.
Registicamente ho notato una ricerca costante dell'inquadratura ''ricattatoria'', quella che spinge lo spettatore a gridare necessariamente ''wow''. Questa ricerca della poeticità attraverso la regia (ma anche attraverso la fotografia a questo punto) l'ho trovata personalmente forzata e mi ha ricordato ciò che Terrence Mallick fa oramai da anni con maggiore sincerità (perlomeno è quello che percepisco io).
La recitazione di Di Caprio è nei ranghi, regolare, per un ruolo che non richiede grandi sforzi. Qualsiasi attore al posto suo non avrebbe cambiato di una virgola lo spessore di un personaggio che spessore non ne ha. La sua storia è abbastanza aleatoria così come la sua psiche e le sue motivazioni.
Forse il film vuole mostrare la crudezza e l'istintività della natura anche attraverso le azioni dei propri protagonisti, quindi lasciando pochi ma essenziali motivi d'azione ai personaggi, però io personalmente l'ho trovata una scelta che inficia sul risultato finale. Trovo inoltre che la storia sia davvero eccessivamente esigua per quasi 3 ore di film in cui non accade fondamentalmente nulla.
In sintesi, il film è per me noiosissimo e io raramente mi annoio al cinema. Prolisso, poco interessante, spessore psicologico, storico e narrativo ridotto all'osso.
Il protagonista non suscita alcuna empatia, striscia per tutta la durata nel film in preda al dolore, sopravvive a qualsiasi cosa andando anche sinceramente contro le leggi della fisica, del corpo umano stesso (quindi contro quel realismo crudo a cui il film fa continuamente riferimento).
Questo fa Di Caprio, e il protagonista, per tutto il tempo e ci vuole coraggio a negarlo perché per la maggior parte della durata le uniche alternative allo strisciare sono mugunare e grugnire.

Poi uno può vederci poeticità nella lunghezza, nelle riprese, fare discorsi sui sensi che ha trovato nel film, sulle sensazioni che ha trasmesso e altro, e siamo logicamente nel campo della soggettività.
RIpeto, oggettivamente e tecnicamente ineccepibile, soggettivamente per me è un film mediocre e anche un po' pretenzioso.