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REVENANT - REDIVIVO regia di Alejandro Gonzalez Inarritu

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eruyomè     7 / 10  04/02/2016 18:03:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un buon film, non posso negarlo, ma sono rimasta delusa. A parte l'avermi fatto uscire dalla sala emotivamente prosciugata (non tanto per bravura nel raccontare emozioni quanto per l'insistita e costante angoscia che permea il film senza quasi un attimo di tregua), non ho capito quale sia il punto del regista. Il senso del film.
A parte raccontare una storia di vita interessante del vecchio West, e averlo fatto tra l'altro abbastanza male dal punto di vista della sceneggiatura, fastidiosamente pretestuosa e forzata a più riprese, (l'inseguimento degli indiani è pessimo e dalle tempistiche assurde) oltreché spesso oltre il limite della credibilità, il tutto mi ha dato un'impressione di vuoto di contenuti e di distacco disarmante, assurdamente non si sente un filo di partecipazione emotiva e umana alla vicenda. Eppure Di Caprio se la cava egregiamente, per quanto può, a livello espressivo fa un ottimo lavoro. Il personaggio però purtroppo non ha spessore, è scritto e costruito in modo inadeguato, con poco carisma. Carisma che traspare di più in Tom Hardy che, con poche scene, riesce ad essere forse più incisivo.

Inarritu è sicuramente un bravo regista, il film è girato bene, buone le musiche e la fotografia perfetta..però scoprire a posteriori che una marea di sequenze, tra cui quelle per me più suggestive, "originali" e riuscite, non sono farina del suo sacco, ma rubate a piene mani dai film di Tarkovskij mi ha lasciato parecchio interdetta. Per carità, le citazioni e gli omaggi vanno benissimo ma, a parte il dichiararle palesemente quando sono copiate pari pari a questi livelli, non mi pare abbiano sinceramente senso, inserite a forza come sono nel tessuto narrativo del film, senza avere nessuna giustificazione o valenza simbolica o motivazione personale, come magari potevo credere in precedenza.
Filman  04/02/2016 18:38:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Permettimi di dirti che l'insistita e costante angoscia che permea il film è assolutamente voluta. Le sanguinolente fondamenta americane non sono certo qualcosa di interessante sono un contesto ed ultimo fine della pellicola. La sceneggiatura è solida se la si guarda nella giusta prospettiva: DiCaprio che si salva costantemente è una forzatura solo se non si capisce la volontà di esprimere il suo viaggio spirituale.
Da aggiungere, non c'è solo Tarkovskij, c'è anche Mallick, ma fare riferimento al grande cinema passato è un ragionamento giusto che viene applicato ad ogni forma d'arte.
Visivamente quasi ogni opera trae ispirazione da qualcosa di esistente, se non un film, un book fotografico, una serie di dipinti ecc....
eruyomè  04/02/2016 22:55:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che l'angoscia sia voluta è certo. Comunque non intendevo prenderla in ottica del tutto negativa, anche se per me è eccessiva. Sulla sceneggiatura invece non sono proprio d'accordo, ci sono troppo forzature narrative. Il Di Caprio highlander è l'ultimo dei problemi in questo senso.

I riferimenti e le influenze sono un conto. Capisco anche gli omaggi, ma solo quando ci sia dietro una rielaborazione, o almeno un significato. Qui si sono copiate pari pari intere idee e sequenze, facendo del film un potpourri di citazioni a scene estrapolate da alcuni film di Tarkovskij, a cui non trovo motivazione nell'economia del film. La scena della chiesa è esemplare.
Bellissima eh. Ma che senso ha riprenderla esattamente da un altro film e ripropormela qui? Se non ha dietro null'altro se non l'estetica fine a sè stessa e la voglia di citazionismo era meglio lasciar perdere e inventarsi qualcos'altro, magari di originale.

Poi per carità, è un bel film, ma non facciamone un capolavoro, non lo è.
Filman  05/02/2016 11:48:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No infatti non è un capolavoro, però devo ammettere che è insolito considerare "forzata" una storia così scarna, senza considerare che l'approccio narrativo non è dei più comuni.
La scena della chiesa un fine ce l'ha... Le rovine della civiltà umana, l'abbraccio col cadavere del figlio, ormai diventato parte stessa della terra (si trasforma in un albero) hanno tutte un significato che nasce dalla "resurrezione" del protagonista.
Il film di Tarkovskij in questione non l'ho visto, quindi più di questo non posso dire :P