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LA GRANDE SCOMMESSA regia di Adam McKay

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hghgg     7½ / 10  30/01/2016 18:30:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
McKay racconta i retroscena della crisi del mercato immobiliare statunitense con conseguente drammatica crisi economica americana e mondiale. Lo fa mischiando un cinema "d'intrattenimento" con quello d'inchiesta e semi-documentaristico; lo fa utilizzando un linguaggio strettamente tecnico per altro in un film con dialoghi fittissimi quindi è comprensibile che praticamente tutti non ci abbiano capito moltissimo e chi magari non era nemmeno interessato al tema si sarà palesemente fatto due còglioni così, nonostante McKay abbia adottato, soprattutto nella prima parte, alcuni stratagemmi per semplificare la vita allo spettatore e semplificare la fruizione di alcuni concetti. Per questo motivo vediamo stacchi con Margot Robbie (uhmamma), uno chef (e chi càzz'è ?) e Selena Gomez (e chi càzz'è parte II ?) nei panni di loro stessi che rivolgendosi direttamente allo spettatore spiegano alcuni concetti precedentemente espressi a livello più tecnico e specifico.

McKay utilizza anche vari trucchi "scorsesiani" dalla voce fuori campo a varie scene in cui il personaggio (di solito Ryan Goslin) smette di interagire con gli altri e rivolgendosi alla telecamera comincia a dire cose al pubblico. Mossa intelligente perché in un film così complesso aumenta almeno un poco il coinvolgimento dello spettatore. L'intera prima parte è molto scorsesiana in particolare ricorda la prima parte di "Casino" (oltre a "The Wolf of Wall Street" che però è figlio naturale di "Casino" e "Goodfellas" e quindi siamo sempre lì) però senza il ritmo micidiale, il genio registico e la capacità di coinvolgimento del regista di Little Italy, anche perché il film di McKay, visto il tema trattato, adotta volutamente e forse giustamente un taglio più realista, asciutto e documentaristico, una sua personalità quindi ce l'ha, per fortuna.

La seconda parte va più a briglia sciolta e da meno aiuti allo spettatore della serie "Oh bello se capisci bene sennò ti attacchi al càzzo". In merito a ciò voglio dire una cosa: molta della terminologia utilizzata riguarda numeri, calcoli e quindi campo matematico. Bene, io e la matematica ci mandiamo gli sputazzi a natale dai tempi delle scuole medie, eppure alla fine il film non mi è risultato così incomprensibile, i concetti base, il punto centrale della questione anzi è chiarissimo oh poi magari è stato così per tutti eh però volevo dire che la seconda parte a me è piaciuta più della prima e cavolo mi ha anche trasmesso tensione man mano che ci si avvicinava al momento fatidico del crollo, soprattutto vista la realtà storica (tanto vicina e ancora attuale), il realismo di McKay, il fiume di dati sciorinati, la gravità dell'evento e, da un punto di vista più prettamente "cinematografico", la bella atmosfera creata dal regista, colma d'attesa e tensione.

Mi sono piaciuti i vari momenti d'indagine del team guidato dal personaggio di Carell, o quelle dei due ragazzi, quando mano a mano si rendono conto con sempre più chiarezza quale disastro sia dietro l'angolo (e quanto possono guadagnarci loro) e quanta idiozia e malafede ci sia nel sistema economico statunitense. La sequenza al casinò, con un impressionante Steve Carell, del dialogo tra lui e il tizio orientale è stata per me la scena più memorabile dell'intero film, quella che resta stampata e impressiona, grazie anche alla prova sorprendentemente matura e umana dell'attore, mai visto così in palla e qui davvero capace di un'interpretazione di primo livello. Bravissimo Steve Carell.

Ottimo come sempre anche Bale, Goslin e Pitt convincenti nei loro ruoli anche se non trascendentali. Uno dei due ragazzi invece è interpretato da un tizio che era, purtroppo, nelle ultime due stagioni di "American Horror Story", tuttavia non se l'è cavata malissimo.

Non è un capolavoro. Non è un film che ispira visioni multiple (al contrario dei suddetti di Scorsese ad esempio), non è un film semplice, è complesso, magari pesante ma per me è stato anche coinvolgente (ebbene si) e piuttosto interessante oltre ad essere ben recitato e diretto con buone capacità da McKay, con una sceneggiatura che ha saputo anche ritrarre in maniera sfaccettata e non banale i personaggi coinvolti nella vicenda.

Un bel film, il 2015 ha riservato un buon numero di bei/ottimi film, il 2016 non inizia comunque affatto male.
Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  30/01/2016 20:59:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La maggior parte lo fa passare come fosse un mattone alla 'Waking Life' sebbene non si palesi filosofia economica masturbatoria o matematica cervellotica, ci sono, vero, ma è l'argomento che giocoforza lo richiede, indotto in maniera moolto soft, con degli espedienti anche trash pur di inscenarli senza rischiare di far addormentare lo spettatore.

Per me è stata una scoperta, vedendo chi è il regista, e il curriculum perlopiù disastroso che lo accompagnava, poi il modello a cui si è ispirato l'hai colto al volo anche tu. Meglio anche del David O Russell di American Hustle che fece altrettanto, si vide mezza filmografia di Scorsese ma senza averne il senso del ritmo ma talvolta neanche del contenuto, io qui il contenuto lo inquadro.
Mi fa piacere tu abbia colto uno Steve Carell in notevole crescita, una scoperta questo attore negli ultimi 2-3 anni si sta sdoganando ai livelli mcconaugheyani.


hghgg  31/01/2016 01:18:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Carell è la prima volta che lo vedo così, prova da attorone. Continua così Steve, a me piaceva pure come comico eh, ma così è altra roba. O'Russell quando ha provato a fare lo Scorsese non mi ha lasciato del tutto soddisfatto, anzi, però ha provato a fare troppo lo Scorsese, McKay no, prende spunto, lo richiama, ma adotta poi un taglio diverso nella narrazione, è stato più personale di O'Russell. Poi è ovvio il richiamo è palese.
Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  31/01/2016 13:08:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Russell che anche quest'anno ha provato ad arrampicarsi con la sceneggiatura, le ha tentate tutte pur di rendere artificioso un soggetto abbastanza monocorde per un biopic: la signora mocio.
Su Carell ti sollecito a guardarlo in Foxcatcher il quale ha dato il via a questa 2°carriera dell'attore.