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QUO VADO? regia di Gennaro Nunziante

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mmagliahia1954     7 / 10  10/01/2016 12:03:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Andata con mio nipote ieri sera al cinema. Fila e prenotazioni, cinema ancora pieno. Per questo abbiamo visto " l'opera" dai palchi e mi son sorpresa per il fatto che si apprezza di piu'!
Cosa posso dire, sono inbarazzata, da donna anziana e dopo tanti e tali commenti opposti. Il film l'ho trovato pieno di luoghi comuni e cose veramente scontate? Si', ma questo non e' un problema. Cosa ci si aspetta se si va a vedere Un film con Zalone. Questo giovine, ormai veramente non tanto giovane, esprime in modo goliardico, da battuta e situazione veloce, passa e via, sia i concetti socialmente accettati come luoghi comuni ai limiti del comico, ma drammaticamente fastidiosi e veri, sul la oro, sul nord/sud, sui rapporti di coppia, sulle dinamiche personali e familiari. Il regista ovviamente e' stato bravo a seguire l'idea di confezionare un film per lo stile di questo personaggio sempliciotto, ignorante, materiale; alla fine simpatico, buono, immediato, fresco. Cosa vogliamo. Qui il meccanismo e' leggermente meno psicologico di fantozzi, ma ben piu' complesso de " le comiche solite e nuove"; pertanto non mi sento di bocciarlo.
Personalmente penso, come ho letto da un amico, che dissacri. Certo. Lo fa mostrando gli insoliti compagni di valeria, dissacrando quello snobbismo mascherato e camuffato e politicamente impugnato, descrivendo la piattezza dei paesi nordici. Che cosa vogliamo, dai. Anche la canzone cantata sembra proprio buttata li' eppure ci fa capire in che paese viviamo e a che punto siamo arrivati. Mi spiace, ma prossima alla pensione devo constatare che oggi il ragazzo italiano medio e' mediamente ignorante; senza offesa, impregnato dai concetti che Zalone esprime in modo eccellente con stile da parodia, anche se nella societa' vengono abilmente dissimulati. Prossima alla pensione, ho insegnato per anni e lavorato con i giovani; pero' il degrado degli ultimi anni mi ha fatto constatare come oggi l'universitario medio e purtroppo il laureato italiano sia veramente davvero vuoto di cultura, incapace di fare in quanto pieno di teoria lontana dalla realta' e mal studiata, con basi scolastiche spesso cattivissime, spesso mandato avanti a scuola a calci. Insomma, nei miei anni di gioventu' i laureati di oggi sarebbero stati quelli che non avrebbero fatto o finito le superiori! A questo si accosta la caduta di valori, il dilagare di sesso e gioco consumistico su tutto, i concetti ma visti e deturpati anche nello sport che coinvolge la maggioranza. E allora, come criticare Checco, che gioca con lo smartphone a tavola, la regia che fa la parodia al disabile ( piccolo pugno nello stomaco) la figura del senatore, il linguaggio in un italiano approssimativo, l'enfasi sulla furbizia sociale che surclassa la cultura per l'ottenimento di una vita comoda, il parassitismo, la mancanza di ideali, credo, creativita', voglia di fare e capire e creare? Un plauso va alla mancanza dei soliti inutili nudi, delle solite scene attira sguardo nel trailer. Il film e' veramente pulito nel suo genere. Cosa vi devo dire. Se il film non piace ad alcuni i motivi possono essere due:
- vi aspettavate di poterlo giudicare come una pellicola da festival della cultura?
- non vi piace la societa' in cui vivete.
Per entrambe queste cose nessuno puo' farci nulla.
Sul mio voto, naturalmente non posso mettere un 9 che premi il livello artistico da Via col vento. Anche Zalone riderebbe di questo. Mi sembra equilibrato mettere un 7 e consigliarne la visione a chi rientri nella schiera dello spettatore che mette in relazione stile, attore, temi con il risultato atteso.