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IL PONTE DELLE SPIE regia di Steven Spielberg

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  19/12/2015 01:17:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' facile contestare la distribuzione italiana del film, che sembra per esempio convinta che tutti parlino il tedesco correttamente, ma e' altrettanto semplice sorvolare su certe piccole colpe essendo uno Spielberg finalmente in stato di grazia - lo era anche nel suo Lincoln - probabilmente uno dei migliori film della sua lunga carriera. Credo di essermi immerso totalmente in un clima(x) che non provavo dai tempi dei film di Litvak, di Terrnce Young o di Dmytrik. A parte la perfetta ricostruzione della Ddr nella Berlino del Muro e delle divisioni ideologiche, dove prevale l'annotazione imperialista delle Nazioni democratiche atte a frenare la riscossa del Comunismo, credo che specialmente nella prima parte il film descriva gli americani meglio di tanti altri film. In questo contesto, da fantapolitica - "Va e uccidi" di Frankenheimer resta sempre un mirabile esempio - questa Democrazia di valori familiari e costituzionali arriva a chiedere al Soldato Ryan di turno di uccidersi per non cadere nelle mani del Nemico e/o eventualmente confessare. Sorretto da un buon Hanks e da diversi comprimari di prim'ordine come Austin Stowell e il redivivo, bravissimo Alan Alda, e' un film che riesce a raccontare gli egoismi nazionali e le loro ragioni con una certa abilita' narrativa. Spielberg continua a far passare un solido messaggio di Resa - ricordando che il Kennedismo era nel contesto della vicenda quantomai imminente - e sancisce l'incontro tra due Poli opposti come una resa alla diffidenza pragmatica dell'epoca, soprattutto nell'ultima parte che cita apertamente "Incontri ravvicinati del terzo tipo" (Vs automobili al posto di astronavi). Vero che insiste sulla grande Metabolismo Liberale del Solo Uomo (Americano) che ha cambiato le sorti del Malessere cfr. La guerra fredda ma stavolta non assolve nessuno, perche' nelle contraddizioni di una Nazione francamente antipatica come l'America si respira comunque il senso di un bisogno acclamato di Democrazia