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IL SAPORE DEL SUCCESSO regia di John Wells

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Invia una mail all'autore del commento williamdollace     7½ / 10  30/11/2015 15:56:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cosa salvo:
- i piatti fracassati in una stanza deserta ed algida che sembra una sala chirurgica: la disperazione è servita;
- Londra: mercati che scivolano sotto gli occhi di un cielo sempre pronto a spingere sull'acceleratore (con un montaggio supremo di Nick Moore con all'attivo solo caz**te, controllate);
- la dannazione e la dipendenza in ogni sua forma;
- la ex di Adam Jones;
- il dialogo: io non cucino perché vengano a mangiare/nutrirsi, ma per fargli provare la perfezione (che è l'esperienza della perfezione, per eccesso l'unica possibile, l'eloquenza della perfezione è infatti la più perfetta delle argomentazioni);
- la sincerità spietata dei bambini;
- i resti del cibo in camera elevati ad arte quando da due settimane non passa il servizio in camera;
- la rivalutazione sociale dei fast food e del cibo low-cost: anche chi lavora al minimo salariale ha diritto a un pasto in un luogo dignitoso;
- i raptus di genio;
- i raptus in genere;
- il pass come elevazione a unica "dogana" del gusto;
- gli errori si pagano tutti con gli interessi;
- le colazioni cucinate dal nemico;
- le crepe ovunque, nei piatti, nelle persone, nelle vite;
- il gioco di squadra, l'adrenalina, la prepotenza della forza della volontà.