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IL PIANISTA regia di Roman Polanski

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elio91     10 / 10  17/06/2011 12:27:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Da Cracovia a Varsavia,da Roman Polanski a Wladyslaw Szpilman.
Il Pianista è certamente il film più autobiografico di Polanski in termini di ricordi e partecipazione emotiva; non deve trarre in inganno l'approccio stilistico rigoroso e quasi freddo,sintomo di un non volersi lasciar prendere la mano nel ritrarre una storia tanto (ab)usata al cinema e delicata da trattare.
Non è un caso che i film sull'olocausto abbiano avuto tanto successo e abbiano conquistato tanti consensi; c'è chi li ha trattati con grande sentimentalismo come Spielberg (accollandosi critiche sulla commercialità che trovo ingiuste) e sfiorando il patetismo,c'è chi come Benigni ha fatto una commedia sincera lontana dalla realtà ma che allegoricamente esprime l'orrore del periodo e l'amore per la vita. Poi c'è Polanski e il suo è un ritratto della Shoa senza difetti,senza nessun minimo abbandono a sentimentalismi,a false speranze o a concessioni facili al pubblico. Metto in chiaro che adoro sia Schindler's list che La Vita è Bella ma se bisogna fare una classifica di difetti nel Pianista non ne vedo neanche uno rispetto agli altri due,ed è il ritratto più veritiero e rigoroso su questo periodo.
Che il regista lo abbia diretto alla vecchiaia dopo aver rifiutato Schindler's list perché troppo personale è ancora meglio e forse può essere vista come una sorta di esorcizzazione di un orrore che ha determinato tutta la vita di Polanski costringendolo ad una fuga continua e il suo essere costantemente perseguitato dall'orrore che sempre ritrae nelle sue pellicole,a volte lo stesso orrore che lo ha portato a commettere atti ingiustificabili.
Parlando del film non c'è molto da dire e d'altronde lo stesso Polanski lo considera come il suo film preferito: ogni scena è costruita con una meticolosità impressionante e si raggiungono momenti di pura bellezza lirica tra la dolcezza della musica del pianoforte che fa da contrasto in continuazione con quello che accade nelle strade tra gente morta di fame o che viene annullata come essere umano,con l'ordinaria violenza all'ordine del giorno.
Donne e uomini uccisi come animali solo per aver osato fare un innocente domanda,la separazione traumatica dalla famiglia,l'uomo che lotta per sopravvivere in un mondo folle e reale (anticipato dalla prima scena in cui normalmente si intavolano discussioni mentre bombardano); perché quella del Pianista è anche la storia più ottimistica di Polanski,pur ritraendo la cattiveria umana nella maniera più spietata di sempre nel suo cinema. Lui che solitamente è pessimista oltre i limiti da un forte messaggio di speranza secondo cui l'arte e la bellezza possono salvare l'uomo,ed è vero. è vero perché la storia lo è e lo sappiamo tutti.

Questo non è un film solo sull'olocausto e che ritrae campi di concentramento; non è solo questo perché è anche documentato in maniera certosina e mostra perfettamente l'atmosfera e la realtà del periodo. Il Pianista è la storia di disperata sopravvivenza di un uomo tra gli uomini e che nella grande Storia si fa spazio con la sua storia; non c'è la voglia di condannare una razza,quella tedesca in questo caso. Non è assolutamente un atto di condanna questo film dove anche ebrei possono essere crudeli e dove quello che dovrebbe essere il"nemico",affascinato dall'arte di un pianista,lo salva. è una grande storia di umanità nella disumanità.
Senza alcuna forzatura è difficile non rimanere scossi da alcune sequenze agghiaccianti e altre di incredibile dolcezza: la scena in cui Szpilman suona al pianoforte con il tedesco rapito dalle note è una delle cose più belle che abbia mai visto.