La spettacolare intro a Città del Messico - comprensiva di un piano sequenza iniziale da brividi - è tra le più belle della lunga saga bondiana ma allo stesso tempo un mero specchietto per le allodole: tolta questa sequenza mozzafiato il film del pur bravo Mendes non ingrana mai e si contorce su una complicata sceneggiatura che sbalza i personaggi da un angolo all'altro del globo per poi arrivare ad una resa dei conti non certo entusiasmante. Continuo a pensare che Craig sia un buon James Bond ma in questo Spectre, oltre ad essere meno espressivo del solito, gli hanno costruito intorno un'aurea di indistruttibilità a tratti fastidiosa. E che dire del buon Christoph Waltz? Tra le sinistre ombre di uno storico palazzo romano il suo Blofeld è introdotto come meglio non si potrebbe ( fu così anche per Bardem nel precedente Skyfall ) eppure per lui mi sarei aspettato un impatto sulla storia maggiore ( e migliore ). Niente di eccezionale la bond girl della Seydoux e i gadget di Q, avvincente l'inseguimento in montagna, inutile quello lungo il Tevere ( che senso ha gettare un'Aston Martin nel fiume poi non si capisce, aldilà dell'ovvio fine spettacolare: l'auto che ti segue sta andando a fuoco e la tua è antiproiettile, eri in una botte di ferro caro Bond.. ) anche se Roma di notte ha sempre un certo fascino. Avrei volentieri scambiato i character della Bellucci e di Bautista, facendo tacere la prima e parlare il secondo, ma in due ore e mezza di film i loro personaggi incidono relativamente.