C'è Astrid Bergès-Frisbey che ha il viso di quelle ragazze di cui ti innamori ancor prima che il neurone te lo venga ad urlare in testa; Germano che ogni passo equivale a una conferma; Valerio Binasco con il suo ingresso in scena da comparsa di Sorrentino. Cupellini dirige tutti personaggi buoni che fanno quasi sempre scelte e azioni sbagliate, raccontando di un amore nato in maniera assurda ma straordinariamente credibile. Una coperta troppo corta che come la tiri lascia sempre qualcosa al gelo. Ciò che è bene per me è male per te. Bene per te, male per me. Bene per noi, male per qualcun altro. Basta piangere, accettiamo il destino, ridiamoci su e rimandiamo il suicidio per 15 secondi di piacere al sapore di una torta ai mirtilli. In questo quadro dolceamaro per avere un lieto fine occorre rinunciare al lusso eterno o finire dietro le sbarre. Male per me, male per te, bene per noi.