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RED DRAGON regia di Brett Ratner

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elio91     6½ / 10  27/07/2011 16:51:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prequel del Silenzio degli innocenti,il terzo capitolo uscito al cinema sulla saga dello psichiatra cannibale interpretato da Hopkins. Strano a dirsi,questo film è anche un remake di un altra pellicola di Mann (che mi manca,ahimé)girata anni prima del Silenzio.

In ogni caso,devo per forza fare un confronto col romanzo che ho amato moltissimo. Anzi,dirò di aver amato molto tutta la trilogia di Harris (Red Dragon,Il Silenzio degli Innocenti,Hannibal),scritti benissimo e che soltanto nel terzo libro si concentra totalmente sulla figura del dottor Lecter,restando infatti una figura fondamentale ma centellinata in poche pagine nei restanti due.
Quanto ad Hannibal-Le origini del male (il quarto romanzo),è stato un prodotto commerciale "forzato": Harris lo scrisse perché De Laurentiis in pratica minacciò lo scrittore di voler sfruttare ulteriormente il franchise di Hannibal al cinema anche senza un romanzo da cui trarre la pellicola,e quindi lo scrittore si convinse a rimediare scrivendo una storia di origini godibile ma anche superficiale e non molto convincente. In poche parole,si accusa Harris di aver raschiato a fondo il barile ma la colpa non è sua...

Il romanzo di Red Dragon è stupendo davvero,il migliore dei tre per quel che mi riguarda: poca azione ma un introspezione psicologica all'interno di un serial killer raramente ritratto con tanta umanità e comprensione,pur restanto a tutti gli effetti un assassino feroce e spietato. Da una parte quindi c'è questo signor D.,il lupo mannaro,dall'altra a fronteggiarlo c'è il detective Graham,altra figura indimenticabile: il precursore di Clarice Sterling,così diversi eppure simili sotto tanti aspetti. Graham ha un dono unico,riesce ad entrare in profonda empatia con i killer a cui da la caccia,a volte in una maniera spaventosamente inquietante. Aiutato da un Hannibal Lecter che rimane davvero sullo sfondo nelle pagine del romanzo,la sua ricerca è lenta,metodica,e Harris si concentra su di lui e l'assassino con un grande lavoro di ricerca ed introspezione psicologica. Nulla da dire,il romanzo è bellissimo e lo ripeto un'altra volta.

Il film nasce da una situazione particolare: il successo del Silenzio è stato enorme,la figura di Hannibal è diventata iconica. Scott ha provato con un sequel non molto convincente a ridare nuova linfa al cannibale più amato,ma i risultati sono controversi. E Red Dragon arriva proprio dopo il film di Scott.
Sarà stato per il fatto che la storia già la conoscevo,ma mi ha preso pochissimo: solo i primi dieci minuti (nel romanzo non vengono raccontati così) e il finale infatti mi hanno coinvolto,il resto è scivolato via veloce.
Il difetto più grande di questo modesto ma tutto sommato godibile prequel è... Hannibal stesso.
Hopkins infatti è la croce e delizia del film:la sua presenza è ridotta pur se consistente,ma il pubblico si aspetta di vederlo il più possibile. C'è poca concentrazione su quello che sarebbe dovuto essere il verso sfondo tematico della storia,ovvero Graham e il lupo mannaro,e Lecter è un terzo incomodo troppo incomodo ed ingombrante. Ciononostante è innegabile il magnetismo animale di Hopkins ancora una volta,capace di calarsi con naturalezza nei panni di questo lucido folle.
Se Ratner come regista è giovane e ha sulle spalle il peso non indifferente di avere a che fare con un terzo capitolo di un personaggio tanto pesante,ad aiutarlo interviene un cast di stelle che non delude,da Emily Watson ad un Fiennes psicopatico ma anche profondamente empatico con lo spettatore (non quanto avrei voluto,il background della sua storia personale poteva essere mostrato con qualche flashback,ci si limita a voci ed annedoti); da segnalare un Keitel poco incisivo e un Norton che non esprime del tutto le proprie potenzialità...

Carino il finale che si riallaccia all'ingresso di Clarice nella vita del dottore; un pò di meno la parte positiva riguardante Graham: il romanzo termina in maniera aperta ma lui rimane sfigurato a vita,ma si verrà a sapere poi


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