caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

FREEHELD - AMORE, GIUSTIZIA, UGUAGLIANZA regia di Peter Sollett

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  06/11/2015 01:08:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vanta tanto per cominciare dei dialoghi bellissimi, ed e' in quel contesto che prevale l'autenticita' della vicenda. Credo sia un film storicamente rilevante per il modo in cui affronta i diritti sociali, che non e' affatto "politicamente anomalo-ma-corretto come si crede). Io porterei "Freeheld" in tutte le scuole italiane, a innescare dibattiti, a vincere il bullismo, il pregiudizio, la paura della 'diversita'". E il rapporto tra Stacie (una Ellen Page bravissima anche se un poco stereotipata come lesbica) e Laurel e' un sentimento Puro, raccontato con un trasporto struggente e realistico, senza ammiccamenti morbosi o inutilmente trasgressivi. E' un Amore bello, insomma, e nell'amore non puo' esistere alcun veto o tabu'. Peter Sollett dirige in pratica un film Importante, ma forse piu' per le cose che dice che per "come" le dice. E' un film che non parteggia direttamente neanche per l'esibizionismo politicante e militante della comunita' gay, descritta come un universo che, opportunisticamente, costruisce barriere e fazioni sulla malattia di Laurel con lo scopo di far prevalere i diritti di un'intera, multiforme ed eccentrica, comunita'. E in effetti riesce a smuovere le coscienze il dectetive Dane Wells - un'eccellente Micheal Shannon - che tanti buffi militanti al grido di "voi potete". Il film finisce per avvitarsi un po' su se stesso quando raccolta la malattia di Laurel, che e' l'ennesima variante (gay lesbica ok) del classico melodramma sul crollo fisico di una persona fino allo stadio terminale. Oltretutto una certa comicita' stride con la drammatica sequela di chemioterapie e insufflazioni del resto del film. Diciamo che per la sua importanza militante il film non ha nulla da invidiare a Milk, anche se la struttura processuale riporta ai fasti di Philadelphia, con Tom Hanks costretto a difendere il suo diritto al lavoro successivamente alla scoperta della malattia. Non credo si possa per questo accusare il film di freddezza come hanno fatto certi critici, ma di non essere forse in grado di andare Oltre, di proporre qualcosa di veramente inedito sull'argomento. I punti di forza di Freeheld sono altri, la Contea che esprime una chiusura mentale retriva e' meno drammatica di quella di "Boys don't cry" ma a volte la ricorda. Al tempo stesso, la logica che vuole i diritti negati vincere sul conformismo legislativo e' un poco ingenua, relativamente al fatto (retorico) che le battaglie si vincono sempre mettendo a nudo i sentimenti e le ragioni, vincendo la paura, come dimostra la sempre splendida Julianne Moore quando interroga o meglio sconfessa una ragazza per scoprire i nomi di chi ha ucciso la sua amica e/o amante - e' sicuramente la scena migliore del film. Quando il film esce dai consueti binari o codici risaputi e mette a nudo la chiusura mentale di identita' celate da una professione (la Moore che inizialmente vive clandestinamente la sua omosessualita', o il poliziotto che la reprime per far carriera) il film e' bellissimo, toccante, umano come umana e' la rappresentazione di un Diritto che va oltre le parate, nel bisogno di dare al convivente dello stesso sesso quello che l'altro/a ha nella vita ricevuto
HollywoodUndead  06/11/2015 19:19:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel commento Kowa, non vedo l'ora di vederlo (a breve, mi son gia' prenotato), solo una cosa:
"una Ellen Page bravissima anche se un poco stereotipata come lesbica".
Invece credo sia la primissima volta che la Page interpreti una (quasi) se' stessa in un film. E' una pellicola che lei ha voluto fortemente e questo e' un ruolo che ha sentito suo sin da subito, sono impaziente di vedere come e' riuscita a svilupparlo.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  07/11/2015 19:29:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi piace del film che non risparmia invettive verso la comunita' gay guidata da un ebreo chiassoso e un po' ridicolo ha il coraggio di dire che certi diritti vanno acquisiti diversamente dai soliti pasionari arcobaleno con i loro cartelli