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SUBURRA regia di Stefano Sollima

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  19/10/2015 01:59:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Chapeau, nulla da dire. Un affresco potente, diretto in modo splendido (v. L'agguato al Centro Commerciale) che rispolvera in gran stile il cinema di genere e il film di denuncia sociale, senza peraltro sottrarsi al piu' Classico e controverso dei dilemmi, che spero non sia solo IL MIO... Cinema autoriale o cinema di genere? Se l'eccellente Sollima avesse evitato certe forzature (i personaggi femminili, troppo...glamour, troppo overflow) e avesse concesso meno spazio al suo Referente letterario, avremmo avuto il film piu' scomodo, coraggioso e temuto (dai Poteri forti) dai tempi di "Cadaveri eccellenti" di Rosi. Non e' cosi perche' come dice Bertarelli "la realta' supera la fantasia" e personalmente trovo il testo di Di Cataldo troppo qualunquista per poter infastidire i Rei Confessi di una Certa Dinastia politica e sociale. Troppe riserve?! Davvero no, il film ti assorbe completamente mettendo sulla stessa falsariga un politico laido, un criminale, un capoclan zingaro, un tossicodipendente, un ingenuo delinquente Ostiense, un ambiguo affiliato tra politica e malavita, personaggi maschili ognuno a modo loro indimenticabili nella loro imperturbabile mediocrita' - strepitoso il Numero 8 di Adamo Dionisi (cfr. Non essere cattivo). Pierfrancesco Favino tratteggia con una bravura indiscussa il personaggio di Filippo Malgradi, la sua ambiguita' il suo doppiogiochismo il disprezzo per le regole della vita sociale. Quello che manca, appunto, al film di Sollima e' una DIRETTA ADERENZA ALLA REALTA', che non sia soltanto la spirale delle somiglianze inevitabile con Mafia Capitale e tutto quello che puo' essere connesso ai personaggi della storia. Ma e' come Un cerchio che si chiude, e in questo mix tra Gomorra e Il Divo di Sorrentino c'e' comunque la duplice affiliazione di uno Sguardo che, fuor di metafora, invade e pervade Il Parlamento, il Vaticano, la Criminalita' Romana e la disonesta' recidiva di una classe dirigente "dipinta" com'e', in una commistione di Visibilita' che ricordano, rievocandole, il Marcio che vediamo manifestarsi ogni giorno
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  19/10/2015 02:01:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh si l'attore era Borghi, mi sono sbagliato