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SUBURRA regia di Stefano Sollima

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The Gaunt     8½ / 10  18/10/2015 23:17:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Diverso da ciò che mi aspettavo. Suburra non é un bignami di Mafia Capitale, c'è anche quella come ci sono fatti accaduti e condensati in un'unica fittizia settimana, ma la storia che offre è solo un pretesto per raccontare all'interno di un'atmosfera cupa l'Apocalisse, quella sì, di personaggi che si considerano onnipotenti e intoccabili. L'onnipotenza che scopre gradualmente la sua debolezza, dalle stanze del Vaticano fino ai piccoli boss di borgata. L'apocalisse per queste figure è la scoperta amara e tragica di poter manovrare gli eventi ma non dominarli in assoluto. Una variante impazzita, un evento incontrollabile o anche un minuscolo granello di sabbia che incrina il meccanismo. Una pioggia incessante che non ha il potere di purificare nessuno, facendo emergere dalle fogne di Roma, città del potere, tutto il suo marcio interno. La storia di Suburra quindi è solo un collante che potrà sembrare anche schematico, ma è fondamentale per evidenziare i personaggi che la popolano.
La regia di Sollima è stupenda, degno erede di un padre che faceva film di genere e come il padre cerca la difficile sfida di riuscire, si spera, a riportare il cinema di genere in auge in Italia. E' riuscito nell'intento di elevare il livello della fiction televisiva con Gomorra e Romanzo criminale, speriamo anche nel cinema possa riuscire altrettanto. Proprio i due titoli citati, Gomorra e Romanzo criminale (cinematografici), sono i numi tutelari di Suburra, specia nella coralità del racconto e per Gomorra in particolare la sequenza del centro benessere che fa coppia con la sequenza iniziale del film di Garrone.
Attori favolosi e particolarmente in parte. Accanto a sicurezze come Germano e Favino, stupisce in positivo la prestazione di Amendola e dietro ci sono volti nuovi e interessanti come Borghi che dopo Non essere cattivo di Caligari si conferma fra le nuove leve più interessanti, un Adamo Dionisi che ti rimane impresso in maniera profonda nel ruolo del boss zingaro Anacleti e due volti femmnili come la Gorietti e la Scarano tuttaltro che stereotipate. Una prova d'insieme di altissimo livello. La speranza è che succeda più spesso.